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D. Min. Ambiente e Tutela Terr. 28/07/2004

Linee guida per la predisposizione del bilancio idrico di bacino, comprensive dei criteri per il censimento delle utilizzazioni in atto e per la definizione del minimo deflusso vitale, di cui all’articolo 22, comma 4, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152.
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[Premessa]




Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio


Visto il decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, e successive modificazioni ed integrazioni, recante disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento delle direttive 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole;

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Art. 1.

1. Ai sensi e per gli effetti dell’art. 22, comma 4, del decreto legislativo n. 152 del 1999, e succ

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Allegato 1 - LINEE GUIDA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL BILANCIO IDRICO DI BACINO (art. 22, comma 4, del D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152)
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1. - Generalità

Ai fini del presente decreto si intendono per:

Bilancio idrologico: comparazione, nel periodo di tempo considerato e con riferimento ad un determinato bacino o sottobacino, superficiale e sotterraneo, tra afflussi e deflussi naturali, ovvero deflussi che si avrebbero in assenza di pressione antropica;

Bilancio idrico: comparazione, nel periodo di tempo considerato, fra le risorse idriche (disponibili o reperibili) in un determinato bacino o sottobacino, superficiale e sotterraneo, al netto delle risorse necessarie alla conservazione degli ecosistemi acquatici ed i fabbisogni per i diversi usi (esistenti o previsti);

Risorsa idrica naturale: volume di acqua che, nel periodo di tempo considerato (annuale, o p

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2. - Il bilancio idrico

Il bilancio idrico, riferito al periodo di tempo assegnato, è espresso dall’equazione di continuità dei volumi entranti e uscenti ed invasati nel bacino superficiale o nel bacino idrogeologico o nel loro insieme, definiti in base alla perimetrazione prescelta.

L’equilibrio del bilancio idrico deve essere verificato, oltre che a scala di bacino, anche per i sottobacini e per gli acquiferi sotterranei, almeno alla scala di dettaglio individuata dalla pianificazione di bacino.

Il bilancio deve essere riferito ad una scala temporale almeno annuale; l’eventuale scelta di una scala temporale stagionale, mensile, settimanale o giornaliera è da effettuare in funzione delle caratteristiche idrologiche del bacino o sottobacino, delle modalità di derivazione e di regolazione dei deflussi e degli andamenti dei flussi di inquinanti verso e all’interno dei corpi idrici ricettori.

Il bilancio deve essere ricostruito nella scala prescelta non solo con riferimento al valore medio della risorsa idrica, ma tenendo conto anche della variabilità statistica della risorsa stessa, in modo da determinare frequenze e durate probabili delle disponi

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3. - Valutazione delle risorse idriche
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3.1. RISORSE IDRICHE NATURALI

Si assume come valore della risorsa, riferito al periodo di tempo considerato, il volume medio relativo ad un numero di anni possibilmente lungo, valutando poi con metodi statistici le probabilità di scostamento da tale media.

È opportuno verificare l’attualità dei deflussi storici, alla luce dell’analisi dei trends statistici che evidenzino alterazioni signi

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3.2. RISORSE NON CONVENZIONALI E RISORSE DERIVANTI DAL RIUTILIZZO

Le risorse ottenibili mediante la riduzione delle perdite e degli sprechi e in generale mediante le p

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3.3. RISORSE IDRICHE POTENZIALI ED UTILIZZABILI

Le esigenze di tutela delle acque e di salvaguardia e recupero degli ecosistemi, i vincoli di carattere socio economico, di compatibilità ambientale e di carattere tecnologico e infrastrutturale, rendono la risorsa naturale non interamente sfruttabile; inoltre l’utilizzabilità delle risorsa dipende dalla possibilità di trasferimento della stessa nel tempo con serbatoi di regolazione, oltre che nello spazio, secondo l’andamento della richiesta.

La risorsa idrica potenziale è così quantificata:


Rpot= Rnat+ Rn.c.+ V

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4. - Fabbisogni idrici

La conoscenza della domanda d’acqua per i diversi usi è indispensabile per la definizione del bilancio idrico e per una corretta pianificazione e gestione della risorsa: in particolare è necessario determinare i fabbisogni attuali e la prevedibile evoluzione futura di essi anche in funzione delle strategie di risparmio idrico, di contenimento delle perdite e di eliminazione degli sprechi.

I fabbisogni idrici sono distinti nei seguenti settori pr

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5. - Equilibrio del bilancio idrico

Una volta ricostruito il bilancio idrologico e valutata la risorsa idrica utilizzabile, la condizione di equilibrio del bilancio idrico di un bacino o sottobacino è espressa dalla disuguaglianza:


Rut - SFi + Rriu + Vrest= 0

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6. - Criteri per il censimento delle utilizzazioni in atto
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6.1. PREMESSA

Il censimento delle utilizzazioni consiste nella individuazione delle utilizzazioni idriche in atto nel bacino o sottobacino e deve essere effettuato dalle Autorit&agra

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6.2. DATI AMMINISTRATIVI

a) Provincia, comune e località dove sono ubicate le opere di derivazione e di restituzione degli eventuali residui dell’acqua derivata

b) coordinate geografiche dei siti di cui al punto precedente

c) denominazione del concessionario della derivazione

d) data della domanda di concessione

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6.3. DATI TECNICI

a) Provenienza delle acque derivate (da corpo idrico superficiale naturale o artificiale, da corpo idrico sotterraneo, da riutilizzo di acque reflue depurate, ecc.);

b) portata media annua di derivazione, volume annuo di derivazione, portata massima di derivazione e portata minima da garantire immediatamente a valle dell’opera di derivazione;

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6.4. MONITORAGGIO DELLE DERIVAZIONI

I risultati delle misurazioni rilevate dai dispositivi installati ai sensi dell’art. 22, comma 3 del D.Lgs. 152/99 e s.m.i, dovranno fornire almeno le seguenti informazioni:

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6.5. GRADUALITÀ

L’ordine di priorità delle utilizzazioni da censire deve essere identificato, sulla base

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6.6. FLUSSI INFORMATIVI

Le informazioni relative al censimento delle utilizzazioni in atto sono trasmesse all’Autorità concedente per il loro successivo inoltro alla Regione ed all’Autorità di bacino competente con cadenza

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7. - Criteri per la definizione del Deflusso Minimo Vitale
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7.1. DEFINIZIONE

Il Deflusso Minimo Vitale (DMV) è la portata istantanea da determinare in ogni tratto omogeneo del corso d’acqua, che deve garantire la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corpo idrico, chimico-fisiche delle acque nonché il mantenimento delle biocenos

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7.2. CRITERI GENERALI E CAMPO DI APPLICAZIONE

Il deflusso minimo vitale (DMV) rappresenta una portata di stretta attinenza al piano di tutela. Costituisce infatti sia un indicatore utile per le esigenze di tutela, sia uno strumento fondamentale per la disciplina delle concessioni di derivazione e di scarico delle acque.

Attengono alla determinazione del DMV aspetti di tipo naturalistico e di tipo antropico caratteristici di ogni tronco di corso d’acqua di interesse:

aspetti naturalistici:

- caratteristiche idrologiche e idrogeologiche

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7.3. FASE CONOSCITIVA

I corsi d’acqua devono essere suddivisi in tratti omogenei in relazione alle caratteristiche geomorfologiche, idrologiche, idrauliche, biologiche, nonché alla presenza ed all’entità di prelievi ed immissioni.

Per la stima del DMV è utile acquisire i seguenti elementi conoscitivi per ogni sezione o tratto considerato:

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7.4. METODOLOGIE

Fermo restando che i Piani di tutela devono stabilire il valore specifico del DMV per ogni tratto di corso d’acqua considerato secondo i criteri generali prima esposti, nelle more della predisposizione dei suddetti Piani, per una sua prima stima orientativa possono essere adottati metodi regionali e metodi sperimentali.

Nella prima categoria rientrano i metodi che esprimono il DMV in funzione di caratteristiche morfologiche ed idrologiche del bacino o del sottobacino; essi si distinguono, a seconda delle grandezze assunte come variabili indipendenti, in:

- metodi con variabili morfologiche: questi metodi sono basati sulla definizione di un «contributo specifico» (portata per unit&agr

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7.5. DEROGHE, GRADUALITÀ DI APPLICAZIONE E CONTROLLI

Le Autorità competenti, informate le Autorità di bacino, possono motivatamente adottare deroghe al DMV per limitati e definiti periodi di tempo consentendo il mantenimento di portate in alveo inferiori al DMV esclusivamente nei seguenti casi:

- quando sussistano esigenze di approvvigionamento per il consumo umano, non altrimenti soddisfacibili;

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Allegato 2
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Schema per il censimento delle utilizzazioni in atto

M1

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