D. Min. Ambiente e Tutela Terr. e Mare 16/04/2013

Il decreto reca le modalità per la realizzazione dell'Inventario delle strutture di deposito dei rifiuti di estrazione chiuse, di cui all'art. 20 del D. Leg.vo 30/05/2008, n. 117 (Attuazione della direttiva 2006/21/CE relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive e che modifica la direttiva 2004/35/CE). Il decreto definisce le modalità per la realizzazione dell’inventario delle strutture di deposito dei rifiuti di estrazione chiuse, incluse le strutture abbandonate, che hanno gravi ripercussioni negative sull’ambiente o che, a breve o lungo termine, possono rappresentare una grave minaccia per la salute umana o l’ambiente. Le strutture di deposito chiuse o abbandonate comprendono tutte le strutture di deposito dei rifiuti di estrazione che hanno avuto origine dalle attività estrattive, includendo anche quelle derivanti dalla coltivazione dei minerali di seconda categoria e quelle derivanti dalle attività di prospezione o di ricerca. Sono esclusi i rifiuti di cui all’art. 2, comma 2, del D. Leg.vo 117/2008, non assoggettati alla disciplina del medesimo decreto legislativo, ossia:

• i rifiuti che non derivano direttamente da operazioni di prospezione o di ricerca, di estrazione e di trattamento di risorse minerali e dallo sfruttamento delle cave, quali rifiuti alimentari, oli usati, veicoli fuori uso, batterie ed accumulatori usati;
• i rifiuti derivanti dalle attività di prospezione o di ricerca, di estrazione e di trattamento in offshore delle risorse minerali;
• l'inserimento di acque e il reinserimento di acque sotterranee quali definiti all'art. 104, commi 2-4, del D. Leg.vo 152/2006, nei limiti autorizzati da tale articolo;
• i rifiuti radioattivi ai sensi del D. Leg.vo 230/1995.

Ciascuna autorità competente compila per ciascun sito estrattivo pericoloso presente sul territorio di competenza, la scheda riportata nell’Allegato I al decreto in commento e la invia, entro 9 mesi dall’entrata in vigore del presente decreto (e quindio entro il 07/05/2013), all’ISPRA, che provvede all’acquisizione delle schede e alla elaborazione ed alla redazione di un unico inventario nazionale entro i 2 mesi successivi. Le autorità competenti possono avvalersi di una procedura di preselezione, secondo cui l'ISPRA comunica all'autorità competente la classe di rischio associata a ciascun sito presente nella banca dati ISPRA relativa al censimento dei siti minerari abbandonati realizzata nel 2006.
I siti con classe di rischio «BASSSO» e «MEDIO-BASSO» sono esclusi dall'inventario, e l'autorità competente è tenuta a compilare ed inviare all'ISPRA la scheda di cui all'Allegato I solo per la parte generale, confermando il rischio «BASSO» e «MEDIO-BASSO».
I siti con classe di rischio «MEDIO», «MEDIO-ALTO» e «ALTO» devono essere valutati dall'autorità competente al fine di stabilire se rappresentano una minaccia per l'ambiente o la salute umana. I siti effettivamente o potenzialmente non pericolosi sono esclusi dall'inventario e l'autorità competente compila ed invia all'ISPRA la scheda di cui all'Allegato I solo per la parte generale, confermando la classe di rischio «BASSO» o «MEDIO-BASSO». I siti effettivamente o potenzialmente pericolosi sono inclusi nell'inventario e l'autorità competente compila ed invia all'ISPRA la scheda di cui all'Allegato I.