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L. R. Umbria 17/05/1994, n. 14

Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.
Testo coordinato con le modifiche introdotte da:
- L.R. 22/12/2023, n. 17
- L.R. 30/10/2023, n. 15
- L.R. 26/05/2023, n. 7
- L.R. 08/03/2021, n. 4
- L.R. 29/12/2016, n. 18
- L.R. 26/11/2015, n. 17
- L.R. 30/03/2015, n. 8
- L.R. 09/04/2013, n. 8
- L.R. 04/04/2012, n. 7
- L.R. 30/03/2011, n. 4
- L.R. 11/11/2009, n. 22
- L.R. 29/07/2009, n. 17
- L.R. 24/12/2007, n. 37
- L.R. 05/06/2007, n. 20
- L.R. 25/11/2004, n. 25
- L.R. 29/07/2003, n. 17
- L.R. 16/12/2002, n. 32
- L.R. 13/05/2002, n. 7
- L.R. 28/11/2001, n. 32
- L.R. 16/07/1999, n. 22
- L.R. 19/07/1996, n. 18
- L.R. 30/03/1995, n. 18
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TITOLO I - Norme generali e programmazione
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Art. 1 - Finalità
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Art. 2. - Funzioni regionali e provinciali

1. La Regione esercita le funzioni di programmazione, di indirizzo e di coordinamento ai fini della pianificazione faunistico venatoria; svolge altres�

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Art. 3 - Piano faunistico venatorio regionale

1. Il Consiglio regionale delibera, ai sensi dell'art. 43 dello Statuto, il Piano faunistico venatorio regionale, secondo i criteri dell'art. 10 della legge 11 febbraio 1992, n. 157.

2. Il Piano faunistico venatorio regionale contiene:

a) la destinazione d'uso del territorio agro-silvo-pastorale per ciascuna provincia, con indicazione della superficie complessiva da destinare a protezione della fauna selvatica;

b) i criteri generali di riferim

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Art. 4 - Piani faunistico venatori provinciali

1. Le Province, in base ai criteri del Piano faunistico venatorio regionale e sentito il parere degli organismi di gestione degli ambiti territoriali di caccia, adottano i Piani faunistico venatori provinciali, articolandoli per comprensori omogenei e possibilmente delimitati da confini naturali in attuazione dei commi 7 e 8 dell'art. 10 della legge 11 febbraio 1992, n. 157.

2. I Piani faunistico venatori provinciali debbono essere adottati entro novanta giorni dalla pubblicazione del Piano faunistico venatorio regionale.

3. I Piani faunistico venatori provinciali hanno durata "quinquennale"N3 e in particolare individuan

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Art. 5 - Coordinamento regionale

1. I Piani faunistico venatori adottati dalle Province sono trasmessi per l'esame alla Giunta regionale che ne accerta la rispondenza alle previsioni del Piano fau

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Art. 6 - Vigilanza

1. La Regione, ai sensi dell'art. 9 della legge 11 febbraio 1992, n.

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Art. 7 - Relazione annuale

N5

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Art. 8 - Consulta faunistico venatoria regionale

1. Il Presidente della Giunta regionale costituisce con proprio decreto la Consulta faunistico venatoria regionale composta da:

a) gli Assessori provinciali alla programmazione faunistica;

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Art. 9 - Osservatorio degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche

1. Al fine di garantire il monitoraggio della consistenza e della dinamica delle popolazioni di fauna selvatica e la determinazione degli indici di pre

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TITOLO II - Gestione programmata
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Art. 10 - Gestione programmata della caccia

1. La pianificazione faunistico venatoria e la gestione programmata della caccia sono attuate con il Piano faunistico venatorio regionale di cui all'ar

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Art. 11 - Organi di gestione

1. Per ciascun ambito territoriale di caccia l'Amministrazione provinciale competente costituisce e nomina un Comitato con compiti di organizzazione e gestione dell'esercizio venatorio nel territorio di propria competenza, oltre che delle attività previste dal comma 11 dell'art. 14 della legge 11 febbraio 1992, n. 157.

2. Ogni Comitato è composto da venti membri, di cui sei designati da strutture locali delle organizzazioni prof

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Art. 12 - Scambi interregionali

1. La Regione promuove intese interregionali per consentire la mobilità dei cacciatori e realizzarne una equilibrata distribuzione sul territorio nazi

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TITOLO III - Destinazione del territorio
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Art. 13 - Ambiti territoriali

1. La quota complessiva di territorio determinata nel Piano faunistico venatorio regionale da destinare a protezione, ai sensi dei commi 3 e 4 dell'art. 10 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, "deve risultare non inferiore al 20 e non superiore

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Art. 14 - Aree contigue ed a regolamento specifico

N12

1. L'attività venatoria, nelle aree contigue a parchi naturali, individuate dalla Regione ai sensi dell'

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Art. 15 - Oasi di protezione

1. Per oasi di protezione si intende l'ambito territoriale destinato ad assicurare il rifugio, la riproduzione e la sosta della fauna selvatica.

2.

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Art. 16 - Zone di ripopolamento e cattura

1. Per zona di ripopolamento e cattura si intende l'ambito territoriale destinato alla riproduzione, all'irradiamento e alla cattura della selvaggina autoctona o naturalizzata per il ripopolamento venatorio, nonché a favorire la protezione e la sosta della selvaggina migratoria.

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Art. 17 - Centri pubblici e privati di riproduzione di fauna selvatica

1. I centri pubblici di riproduzione di fauna selvatica sono istituiti dalle Province preferibilmente su terreni demaniali e hanno per scopo la riproduzione di fauna selvatica autoctona allo stato naturale, da utilizzare per il ripopolamento del territorio regionale, ai fini della ricostituzion

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Art. 18 - Disposizione e perimetrazione degli ambiti territoriali

1. Le oasi di protezione, i parchi, le aree naturali protette e le zone delle foreste demaniali in cui è vietata la caccia, le zone di ripopolamento e cattura, i centri pubblici e privati di riproduzione di fauna selvatica, le aziende faunistico venat

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Art. 19 - Zone addestramento cani

1. Le Province istituiscono, di norma in aree di scarso interesse faunistico e su terreni non utilizzati per coltivazioni intensive, le zone per l'addestramento e l'allenamento dei cani e per le gare cinofile anche su selvaggina naturale. Nelle zone per l'addestramento e l'allenamento dei cani è vietata la caccia ed è consentito esclusivamente l'abbattimento di

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Art. 20 - Aziende faunistico venatorie e agrituristico venatorie

1. Le Province, sentito l'Istituto nazionale per la fauna selvatica, possono rilasciare concessioni per l'istituzione di aziende faunistico venatorie e di aziende agrituristico venatorie in riferimento agli indirizzi di pianificazione faunistico venatoria dei territori interessati e secondo le modalità previste dall'apposito regolamento regionale.N4

2. L'estensione di ciascuna azienda faunistico venatoria non può essere inferiore ad ettari trecento. L'estensione delle singole aziende agrituristico venatorie non può essere inferiore ad ettari cento e superiore ad ettari cinquecento. L'estensione delle aziende faunistico venatorie, delle aziende agrituristico venatorie

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TITOLO IV - Autorizzazioni e disposizioni specifiche
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Art. 21 - Terreni in attualità di coltivazione, fondi chiusi e fondi esclusi

1. L'esercizio venatorio in forma vagante è vietato nei terreni occupati da grano e cereali minori, dalla ripresa vegetativa al taglio, e in quelli occupati dalle colture sotto indicate, dalla fioritura al raccolto:

a) mais;

b) sorgo;

c) colza;

d) soia;

e) girasole;

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Art. 22 - Recinzioni per bestiame

1. È vietato sparare da distanza minore di 150 metri con fucile da caccia a canna liscia o da distanza minore di una volta e mezza la gittata massima,

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Art. 23 - Allevamenti di selvaggina

1. Le autorizzazioni di cui all'art. 17 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, sono rilasciate dalla Amministrazione provinciale competente, secondo le norme di apposito regolamento, che la Regione adotta entr

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Art. 24 - Appostamenti fissi

1. Sono appostamenti fissi quelli costruiti con materiali solidi con preparazione di sito, destinati all'esercizio venatorio almeno per un'intera stagione di caccia, quali: capanni, imbarcazioni e zattere stabilmente ancorate e simili collocati nelle paludi, negli stagni e ai margini di specchi d'acqua naturali o artificiali.

2. Gli appostamenti fissi non possono essere situati ad una distanza inferiore a metri 400 dai confini degli ambiti territoriali di cui agli artt. 15, 16 e 17, o a meno di metri 200 da altro appostamento fisso; gli appostamenti fissi di caccia al colombaccio non possono essere situati, inoltre, ad una distanza inferiore a metri 500 da altr

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Art. 25 - Appostamenti temporanei

1. Sono appostamenti temporanei di caccia quelli costruiti con materiale vegetale o sintetico anche se legati o ancorati, purché rimovibili.

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Art. 26 - Disciplina della caccia negli appostamenti

1. È vietata la caccia da appostamento fisso e temporaneo alle seguenti specie di selvaggina:

a) lepre;

b) fagiano;

c) starna;

d) pernice;

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Art. 27 - Tassidermia

1. La "Giunta regionale"N7 emana apposito

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Art. 28 - Controllo della fauna

1. Nel territorio destinato alla gestione programmata della caccia, nonché nelle zone vietate alla caccia, le Province, per motivate ragioni, attuano gli interventi previsti dal comma 2 dell'

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7245730 11112314
Art. 29 - Recupero fauna selvatica

1. "Le province autorizzano"N7, anche tra

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7245730 11112315
Art. 30 - Custodia dei cani da caccia e da guardia. Cani e gatti vaganti

1. È vietato lasciar vagare liberamente, allenare ed addestrare i cani di qualsiasi razza nelle campagne, fuori dai tempi e dai luoghi indicati dal calendario venatorio e dalla vigente normativa.

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Art. 30-bis - Abilitazione all'attività venatoria

N26

1. Per il conseguimento dell'abilitazione all'esercizio venatorio il candidato deve superare un esame sulle seguenti materie:

a)

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TITOLO V - Disciplina della attività venatoria
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Art. 31 - Opzione per la forma di caccia

1. L'opzione per la forma di caccia prescelta in via esclusiva ai sensi del comma 5 dell'

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Art. 32 - Calendario venatorio

1. La Giunta regionale, sentito l'Istituto nazionale per la fauna selvatica e previo parere della competente commissione consiliare permanente, approva il calendario venatorio, recante disposizioni relative ai tempi, ai luoghi e ai modi di caccia, disponendone la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione entro il 15 giugno di ogni anno. Il calendario venatorio, ove ricorrano le condizioni di cui all'articolo 18, comma 2, della legge 11 febbraio 1992, n. 157, può consentire il prelievo venatorio di determinate specie dal primo giorno utile di settembre, stabilendone le modalità.N10

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Art. 33 - Orari

1. L'esercizio venatorio si svolge secondo gli orari giornalieri indicati dal calendario venatorio, nei limiti previsti dalla

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Art. 34 - Tesserino venatorio

N5

1. Il tesserino regionale per l'esercizio dell'attività ve

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TITOLO V-BIS - Applicazione delle deroghe alla direttiva CEE n. 409/79

N32

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Art. 34-bis

N34

1. Le province adottano sulla base dell'accertata sussistenza dei presupposti e delle condizioni stabiliti dall'articolo 9 della direttiva 79/409/CEE, acquisito il parere favorevole motivato dell'Osservatorio degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche e acquisito dall'Istituto nazionale della fauna selvatica il quantitativo nazionale di cui alla lettera e) del presente comma, il provvedimento di deroga avente carattere eccezionale e di dur

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Art. 34-ter

N34

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Art. 34-quater

N34

1. "Il prelievo in deroga può

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Art. 34-quinquies

N34

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7245730 11112327
TITOLO VI - Vigilanza
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7245730 11112328
Art. 35 - Vigilanza venatoria volontaria

1. L'abilitazione di cui al comma 4 dell'art. 27 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, è rilasciata "dalle commissioni per l'abilitazione all'esercizio venatorio nominate dalle Province, integrate"

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7245730 11112329
Art. 36 - Preparazione e aggiornamento

N5

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7245730 11112330
TITOLO VII - Norme finanziarie
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7245730 11112331
Art. 37 - Risarcimento danni atte produzioni agricole

1. N40

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Art. 38 - Fondo regionale per i contributi a favore dei proprietari o conduttori agricoli

1. È istituito il fondo regionale per la concessione dei contributi previsti dal comma 1 dell'art. 15, del

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7245730 11112333
Art. 38-bis - Fondo regionale per la prevenzione ed il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica

N43

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7245730 11112334
Art. 38-ter - Risorse finanziarie

N44

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7245730 11112335
Art. 39 - Sanzioni

N5

1. Fermo restando quanto altro previsto dagli articoli 30 e 31 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, e dalla vigente normativa in materia tributaria e sulle armi, le seguenti violazioni sono così sanzionate:

a) cacciare senza licenza per non averla conseguita: sanzione amministrativa da € 210 a € 1.260; in caso di recidiva: sanzione amministrativa da € 410 a € 2.460;

b) cacciare senza essere munito di tesserino venatorio rilasciato dalla Regione di residenza: sanzione amministrativa da € 100 a € 600, in caso di recidiva: sanzione amministrativa da € 150 a € 900;

c) cacciare, nei dodici mesi successivi al conseguimento della prima licenza, senza essere accompagnato da un cacciatore in possesso di licenza rilasciata da almeno tre anni: sanzione amministrativa da € 25 a € 150; in caso di recidiva: sanzione amministrativa da € 50 a € 300;

d) cacciare a rastrello in più di tre persone: sanzione amministrativa da € 50 a € 300 per ogni trasgressore;

e) cacciare negli specchi e corsi d'acqua utilizzando scafandri e tute impermeabili da sommozzatore o cacciare da botte: sanzione amministrativa da € 100 a € 600;

f) trasportare armi da sparo per uso venatorio non chiuse in custodia all'interno dei centri abitati e delle altre zone ove è vietata l'attività venatoria, ovvero a bordo di veicoli di qualunque genere, e comunque nei giorni in cui l'esercizio venatorio non è consentito: sanzione amministrativa da € 50 a € 300, nell'ipotesi di armi cariche, siano esse in custodia o meno, la sanzione da € 210 a € 1.260;

g) effettuare in qualunque forma il tiro a volo su uccelli, al di fuori dell'esercizio venatorio salvo quanto disposto dal comma 1 dell'art. 19, sanzione amministrativa da € 50 a € 300; in caso di recidiva: sanzione amministrativa da € 150 a € 900;

h) vendere a privati o detenere da parte di questi reti da uccellagione: sanzione amministrativa da €150 a € 900;

i) produrre, vendere, detenere trappole per la fauna selvatica, salvo si tratti di strumenti di cattura commissionati da enti legittimati in base alla vigente normativa o soggetti da questi autorizzati: sanzione amministrativa da € 100 a € 600;

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7245730 11112336
Art. 40 - Norme finanziarie

1. Per l'attuazione della presente legge è destinata nel bilancio regionale una somma pari al settantuno per cento delle entrate derivanti dalle tasse di concessione regionale di cui ai numeri d'ordine 15, 16 e 17 della tariffa delle tasse sulle concessioni regionali approvata con il decreto legislativo n. 230/1991 e successive modifiche, nonché dalla tassa di concessione relativa alle aziende agrituristico venatorie di cui all'articolo 1, comma 3 della legge regionale 18 gennaio 1996, n. 1. L'utilizzazione di tale somma è destinata nel bilancio regionale all'attuazione degli interventi di seguito individuati e nelle percentuali indicate, da calcolare sul totale delle entrate derivanti dalle tasse di concessione regionale di cui al primo periodo:

a) il quattordici per cento per gli interventi diretti della Regione e per le attività

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TITOLO VIII - Norme finali e transitorie
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7245730 11112338
Art. 41 - Abrogazioni

1. Sono abrogati:

a) la legge regionale 3 giu

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7245730 11112339
Art. 42 - Norme finali e transitorie

N5

1. Le disposizioni dell'art. 18, comma 1 della legge regionale 17 maggio 1994, n. 14, come sostituito dalla presente legge, non si applicano agli àmbiti territoriali esistenti al 31 dicembre 2000 e agli allevamenti di fauna selvatica istituiti da imprenditori agricoli beneficiari dei contributi previsti dalla misura 3.1 del programma 1994/1999 - DOCUP per l'obiettivo 5b del regolamento CEE 2081/93, che

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