Sent. C. Cass. civ. 17/07/2009, n. 16778

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO

Con ricorso depositato il 23.01.2001, \QUINTILIO CAPOTONDI\, dipendente delle Poste Italiane, chiedeva il riconoscimento del suo diritto all'equo indennizzo per l'infermità già riconosciuta in data 17.10.1997 da

1. Con il primo motivo del ricorso il \Capotondi\ lamenta violazione e falsa applicazione dell'art. 414 c.p.c., n. 4 e art. 416 c.p.c., comma 3, nonché vizio di motivazione su un punto decisivo della controversia (art. 360 c.p.c., nn. 3 e 5);

Il ricorrente in particolare deduce l'erroneità dell'impugnata sentenza, per avere affermato che il ricorso introduttivo non conteneva una indicazione fattuale idonea a comprovare il nesso causale tra le mansioni svolte e la malattia, senza che le Poste Italiane avessero assolto all'onere di una puntuale, dettagliata e circostanziata contestazione:

Con il secondo motivo il \Capotondi\ denuncia violazione dell

a Corte rigetta il ricorso e condanna il ricorrente alle spese, che liquida in Euro 12,00, oltre Euro