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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
D. Leg.vo 27/10/2009, n. 150
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- D.L. 31/08/2013, n. 101 (L. 30/10/2013, n. 125)
- D.L. 21/06/2013, n. 69 (L. 09/08/2013, n. 98)
- D. Leg.vo 14/03/2013, n. 33
- D. Leg.vo 01/08/2011, n. 141
- D.L. 29/12/2010, n. 225 (L. 26/02/2011, n. 10)
- D.L. 30/12/2009, n. 194 (L. 26/02/2010, n. 25)
- Comunicato 10/11/2009 in G.U. 10/11/2009, n. 262
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Premessa
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Vista la legge 4 marzo 2009, n. 15, recante delega al Governo finalizzata all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni, nonché disposizioni integrative delle funzioni attribuite al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro e alla Corte dei conti; Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, recante riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell'attività svolta dalle amministrazioni pubbliche, a norma dell'articolo 11 della |
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TITOLO I - PRINCIPI GENERALI |
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Art. 1. - Oggetto e finalità1. In attuazione degli articoli da 2 a 7 della legge 4 marzo 2009, n. 15, le disposizioni del presente decreto recano una riforma organica della disciplina del rapporto di lavoro dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche, di cui all'artic |
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TITOLO II - MISURAZIONE, VALUTAZIONE E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE |
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Capo I - Disposizioni generali |
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Art. 2. - Oggetto e finalità1. Le disposizioni contenute nel presente Titolo disciplinano il sistema di valutazione de |
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Art. 3. - Principi generali1. La misurazione e la valutazione della performance sono volte al miglioramento della qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, nonché alla crescita delle competenze professionali, attraverso la valorizzazione del merito e l'erogazione dei premi per i risultati perseguiti dai singoli e dalle unità organizzative in un quadro di pari opportunità di diritti e doveri, trasparenza dei risultati delle amministrazioni pubbliche e delle risorse impiegate per il loro perseguimento. 2. Ogni amministrazione pubblica è tenuta a misurare ed a valutare la performance con riferimento all'amministrazione nel suo complesso, alle unità organizzative o aree di responsabilità in cui si articola e ai singoli dipendenti, sec |
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Capo II - Il ciclo di gestione della performance |
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Art. 4. - Ciclo di gestione della performance1. Ai fini dell'attuazione dei principi generali di cui all'articolo 3, le amministrazioni pubbliche sviluppano, in maniera coerente con i contenuti e con il ciclo della programmazione finanziaria e del bilancio, il ciclo di gestione della performance. 2. Il |
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Art. 5. - Obiettivi e indicatori01. Gli obiettivi si articolano in: a) obiettivi generali, che identificano, in coerenza con le priorità delle politiche pubbliche nazionali nel quadro del programma di Governo e con gli eventuali indirizzi adottati dal Presidente del Consiglio dei ministri ai sensi dell’articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, le priorità strategiche delle pubbliche amministrazioni in relazione alle attività e ai servizi erogati, anche tenendo conto del comparto di contrattazione di appartenenza e in relazione anche al livello e alla qualità dei servizi da garantire ai cittadini; b) obiettivi specifici di ogni pubblica amministrazione, individuati, in coerenza con la direttiva annuale adottata ai sensi dell’articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, nel Piano dell |
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Art. 7. - Sistema di misurazione e valutazione della performance1. Le amministrazioni pubbliche valutano annualmente la performance organizzativa e individuale. A tale fine adottano “e aggiornano annualmente, previo parere vincolante dell’Organismo indipendente di valutazione,” N32 il Sistema di misurazione e valutazione della performance. 2. |
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Art. 8. - Ambiti di misurazione e valutazione della performance organizzativa1. Il Sistema di misurazione e valutazione della performance organizzativa concerne: a) l’attuazione di politiche e il conseguimento di obiettivi collegati ai bisogni e alle esigenze della collettività; N37 b) l'attuazione di piani |
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Art. 9. - Ambiti di misurazione e valutazione della performance individuale1. La misurazione e la valutazione della performance individuale dei dirigenti e del personale responsabile di una unità organizzativa in posizione di autonomia e responsabilità“, secondo le modalità indicate nel sistema di cui all’articolo 7, è collegata: a) agli indicatori di performance relativi all'ambito organizzativo di diretta responsabilità, ai quali è attribuito un peso prevalente nella valutazione complessiva; N77 |
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Art. 10. - Piano della performance e Relazione sulla performance1. Al fine di assicurare la qualità, comprensibilità ed attendibilità dei documenti di rappresentazione della performance, le amministrazioni pubbliche redigono e pubblicano sul sito istituzionale ogni anno: a) N7 entro il 31 gennaio, il Piano della performance, documento programmatico triennale, che è definito dall’organo di indirizzo politico-amministrativo in collaborazione con i vertici dell’amministrazione e secondo gli indirizzi impartiti dal Dipartimento della funzione pubblica ai sensi dell’articolo 3, comma 2, e che individua gli indirizzi e gli obiettivi strategici ed operativi di cui all’articolo 5, comma 01, lettera b), e definisce, con riferimento agli obiettivi finali ed intermedi ed alle risorse, gli |
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Capo III - Trasparenza e rendicontazione della performance |
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Capo IV - Soggetti del processo di misurazione e valutazione della performance |
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Art. 12. - Soggetti1. Nel processo di misurazione e valutazione della performance organizzativa e individuale delle amministrazioni pubbliche intervengono: |
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Art. 13. - Autorità nazionale anticorruzione1. “La Commissione istituita in attuazione dell’articolo 4, comma 2, lettera f), della legge 4 marzo 2009, n. 15, e ridenominata Autorità nazionale anticorruzione ai sensi dell’articolo 1 della legge 6 novembre 2012, n. 190 e dell’articolo 19 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90,” N32 opera in posizione di indipendenza di giudizio e di valutazione e in piena autonomia, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica e con il Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ed eventualmente in raccordo con altri enti o istituzioni pubbliche N40. 2. Mediante intesa tra la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, l'Anci, l'Upi e “l’Autorità” N32 sono definiti i protocolli di collaborazione per la realizzazione delle attività di cui ai commi N41 6 e 8. 3. L'Autorità è organo collegiale composto dal presidente e da quattro componenti scelti tra esperti di elevata professionalità, anche estranei all'amministrazione, con comprovate competenze in Italia e all'estero, sia nel settore pubblico che in quello privato, di notoria indipendenza e comprovata esperienza in materia di contrasto alla corruzione N42. Il presidente e i componenti sono nominati, tenuto conto del principio delle pari opportunità di genere, con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, previo parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti espresso a maggio |
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Art. 14. - Organismo indipendente di valutazione della performance1. Ogni amministrazione, singolarmente o in forma associata, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, si dota di un Organismo indipendente di valutazione della performance. “Il Dipartimento della funzione pubblica assicura la corretta istituzione e composizione degli Organismi indipendenti di valutazione.” N38 2. L'Organismo di cui al comma 1 sostituisce i servizi di controllo interno, comunque denominati, di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, ed esercita, in piena autonomia, le attività di cui al comma 4. Esercita, altresì, le attività di controllo strategico di cui all'articolo 6, comma 1, del citato decreto legislativo n. 286 del 1999, e riferisce, in proposito, direttamente all'organo di indirizzo politico-amministrativo. 2-bis. L’Organismo indipendente di valutazione della performance è costituito, di norma, in forma collegiale con tre componenti. Il Dipartimento della funzione pubblica definisce i criteri sulla base dei quali le amministrazioni possono istituire l’Organismo in forma monocratica. N33 2-ter. Il Dipartimento della funzione pubblica individua i casi in cui sono istituiti Organismi in forma associata tra più pubbliche amministrazioni. N33 |
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Art. 14-bis - Elenco, durata e requisiti dei componenti degli OIV |
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Art. 15. - Responsabilità dell'organo di indirizzo politico-amministrativo1. L'organo di indirizzo politico-amministrativo promuove la cultura della responsabilità per il miglioramento della performance, del merito, della trasparenza e dell'integrità. |
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Art. 16. - Norme per gli Enti territoriali e il Servizio sanitario nazionale1. N49 |
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TITOLO III - MERITO E PREMI |
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Capo I - Disposizioni generali |
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Art. 17. - Oggetto e finalità1. Le disposizioni del presente titolo recano strumenti di valorizzazione del merito e met |
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Art. 18. - Criteri e modalità per la valorizzazione del merito ed incentivazione della performance1. Le amministrazioni pubbliche promuovono il merito e il miglioramento della performance |
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Art. 19 - Criteri per la differenziazione delle valutazioni1. Il contratto collettivo nazionale, ne |
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Art. 19-bis - Partecipazione dei cittadini e degli altri utenti finali1. I cittadini, anche in forma associata, partecipano al processo di misurazione delle performance organizzative, anche comunicando direttamente all’Organismo indipendente di valutazione il proprio |
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Capo II - Premi |
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Art. 20. - Strumenti1. Gli strumenti per premiare il merito e le professionalità sono: a) il bonus annuale delle eccellenze, di cui all'artico |
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Art. 21. - Bonus annuale delle eccellenze1. Ogni amministrazione pubblica, nell’ambito delle risorse di cui al comma 3-bis dell’artic |
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Art. 22. - Premio annuale per l'innovazione1. Ogni amministrazione pubblica istituisce un premio annuale per l'innovazione, di valore pari all'ammontare del bonus annuale di eccellenza, di cui all'articolo 21, per ciascun dipendente premiato. |
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Art. 25. - Attribuzione di incarichi e responsabilità1. Le amministrazioni pubbliche favoriscono la crescita professionale e la responsabilizza |
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Art. 26. - Accesso a percorsi di alta formazione e di crescita professionale1. Le amministrazioni pubbliche riconoscono e valorizzano i contributi individuali e le professionalità sviluppate dai dipendenti |
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Art. 27. - Premio di efficienza1. Fermo restando quanto disposto dall'articolo 61 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 ag |
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Art. 28. - Qualità dei servizi pubblici1. Il comma 2 dell'articolo 11 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, è sostituito dal seguente: |
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Capo III - Norme finali, transitorie e abrogazioni |
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Art. 29. - Inderogabilità1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 31, per le regioni, anche per quanto conce |
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Art. 30. - Norme transitorie e abrogazioni1. La Commissione di cui all'articolo 13 è costituita entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. 2. Gli Organismi indipendenti di cui all'articolo 14 sono costituiti entro il 30 aprile 2010. Fino alla loro costituzione continuano ad operare gli uffici e i soggetti p |
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Art. 31. - Norme per gli Enti territoriali e il Servizio sanitario nazionale1. Le regioni, anche per quanto concerne i propri enti e le amministrazioni del Servizio sanitario nazionale, e gli enti locali adeguano i propri ordinamenti ai principi contenuti negli articoli 17, comma 2, 18, |
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TITOLO IV - NUOVE NORME GENERALI SULL'ORDINAMENTO DEL LAVORO ALLE DIPENDENZE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE |
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Capo I - Principi generali |
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Art. 32. - Oggetto, ambito e finalità1. Le disposizioni del presente Capo definiscono la ripartizione tra le materie sottoposte |
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Art. 33. - Modifiche all'articolo 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. All'articolo 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate le seguenti modificazioni: |
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Art. 34. - Modifica all'articolo 5 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. All'articolo 5 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate le seguenti modificazioni: |
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Capo II - Dirigenza pubblica |
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Art. 37. - Oggetto, ambito di applicazione e finalità1. Le disposizioni del presente capo modificano la disciplina della dirigenza pubblica per conseguire la migliore organizza |
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Art. 38. - Modifica all'articolo 16 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 |
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Art. 39. - Modifica all'articolo 17 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. All'articolo 17, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate le seguenti modificazi |
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Art. 40. - Modifica all'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. All'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate le seguenti modificazioni: a) il comma 1 è sostituito dal seguente: «1. Ai fini del conferimento di ciascun incarico di funzione dirigenziale si tiene conto, in relazione alla natura e alle caratteristiche degli obiettivi prefissati ed alla complessità della struttura interessata, delle attitudini e delle capacità professionali del singolo dirigente, dei risultati conseguiti in precedenza nell'amministrazione di appartenenza e della relativa valutazione, delle specifiche competenze organizzative possedute, nonché delle esperienze di direzione eventualmente maturate all'estero, presso il settore privato o presso altre amministrazioni pubbliche, purché attinenti al conferimento de |
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Art. 41. - Modifica all'articolo 21 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. All'articolo 21 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate le seguenti modifiche: a) il comma 1 è sostituito dal seguente: «1. Il mancato raggiungimen |
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Art. 42. - Modifica all'articolo 22 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. L'articolo 22 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è sostituito dal seguente: «Art. 22 (Comitato dei garanti). - 1. I provvedimenti di cui all'articolo 21, commi 1 e 1-bis, |
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Art. 43. - Modifiche all'articolo 23 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 |
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Art. 44. - Modifica all'articolo 23-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. All'articol |
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Art. 45. - Modifica all'articolo 24 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. All'articolo 24 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate le seguenti modifiche: a) al comma 1, le parole: «e alle connesse responsabilità» sono sostituite dalle seguenti: «, alle connesse responsabili |
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Art. 46. - Modifiche all'articolo 28 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 |
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Art. 47. - Modifica all'articolo 28 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. Dopo l'articolo 28 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è inserito il seguente: «Art. 28-bis (Accesso alla qualifica di dirigente della prima fascia). - 1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 19, comma 4, l'accesso alla qualifica di dirigente di prima fascia nelle amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, e negli enti pubblici non economici avviene, per il cinquanta per cento dei posti, calcolati con riferimento a quelli che si rendono disponibili ogni anno per la cessazione dal servizio dei soggetti incaricati, tramite concorso pubblico per titoli ed esami indetto dalle singole amministrazioni, sulla base di criteri generali stabiliti con decreto del Presidente del Consiglio dei Mi |
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Capo III - Uffici, piante organiche, mobilità e accessi |
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Art. 48. - Mobilità intercompartimentale1. Dopo l'articolo 29 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nel Capo |
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Art. 49. - Modifiche all'articolo 30 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. Il comma 1 dell'articolo 30 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è sostituito dal seguente: |
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Art. 52. - Modifiche all'articolo 53 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 |
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Capo IV - Contrattazione collettiva nazionale e integrativa |
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Art. 53. - Oggetto, ambito di applicazione e finalità1. Il presente capo reca disposizioni in materia di contrattazione collettiva e integrativ |
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Art. 54. - Modifiche all'articolo 40 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. All'articolo 40 del decreto legislativo n. 165 del 2001, i commi da 1 a 3 sono sostituiti dai seguenti: «1. La contrattazione collettiva determina i diritti e gli obblighi direttamente pertinenti al rapporto di lavoro, nonché le materie relative alle relazioni sindacali. Sono, in particolare, escluse dalla contrattazione collettiva le materie attinenti all'organizzazione degli uffici, quelle oggetto di partecipazione sindacale ai sensi dell'articolo 9, quelle afferenti alle prerogative dirigenziali ai sensi degli articoli 5, comma 2, 16 e 17, la materia del conferimento e della revoca degli incarichi dirigenziali, nonché quelle di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c), della legge 23 ottobre 1992, n. 421. Nelle materie relative alle sanzioni disciplinari, alla valutazione delle prestazioni ai fini della corresponsione del trattamento accessorio, della mobilità e delle progressioni economiche, la contrattazione collettiva è consentita negli esclusivi limiti previsti dalle norme di legge. 2. Tramite appositi accordi tra l'ARAN e le Confederazioni rappresentative, secondo le procedure di cui agli articoli 41, comma 5, e 47, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, sono definiti fino a un massimo di quattro comparti di contrattazione collettiva nazionale, cui corrispondono non più di quattro separate aree per la dirigenza. Una apposita sezione contrattuale di un'are |
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Art. 55. - Modifica all'articolo 40-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. L'articolo 40-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è sostituito dal seguente: «Art. 40-bis (Controlli in materia di contrattazione integrativa). - 1. Il controllo sulla compatibilità dei costi della contrattazione collettiva integrativa con i vincoli di bilancio e quelli derivanti dall'applicazione delle norme di legge, con particolare riferimento alle disposizioni inderogabili che incidono sulla misura e sulla corresponsione dei trattamenti accessori è effettuato dal collegio dei revisori dei conti, dal collegio sindacale, dagli uffici centrali di bilancio o dagli analoghi organi previsti dai rispettivi ordinamenti. Qualora dai contratti integrativi derivino costi non compatibili con i rispettivi vincoli di bilancio delle amministrazioni, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 40, comma 3-quinquies, sesto periodo. 2. Per le amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, nonché per gli enti pubb |
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Art. 56. - Modifica all'articolo 41 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. L'articolo 41 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è sostituito dal seguente: «Art. 41 (Poteri di indirizzo nei confronti dell'ARAN). - 1. Il potere di indirizzo nei confronti dell'ARAN e le altre competenze relative alle procedure di contrattazione collettiva nazionale sono esercitati dalle pubbliche amministrazioni attraverso le proprie istanze associative o rappresentative, le quali costituiscono comitati di settore che regolano autonomamente le proprie modalità di funzionamento e di deliberazione. In ogni caso, le deliberazion |
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Art. 57. - Modifica all'articolo 45 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. All'articolo 45, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 1, dopo le parole: «fondamentale ed accesso |
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Art. 58. - Modifiche all'articolo 46 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. All'articolo 46 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate le seguenti modificazioni: a) i commi da 3 a 7 sono sostituiti dai seguenti: «3. L'ARAN cura le attività di studio, monitoraggio e documentazione necessarie all'esercizio della contrattazione collettiva. Predispone a cadenza semestrale, ed invia al Governo, ai comitati di settore dei comparti regioni e autonomie locali e sanità e alle commissioni parlamentari competenti, un rapporto sull'evoluzione delle retribuzioni di fatto dei pubblici dipendenti. A tale fine l'ARAN si avvale della collaborazione dell'ISTAT per l'acquisizione di informazioni statistiche e per la formulazione di modelli statistici di rilevazione. L'ARAN si avvale, altresì, della collaborazione del Ministero dell'economia e delle finanze che garantisce l'accesso ai dati raccolti in sede di predisposizione del bilancio dello Stato, del conto annuale del personale e del monitoraggio dei flussi di cassa e relativi agli aspetti riguardanti il costo del lavoro pubblico. 4. L'ARAN effettua il monitoraggio sull'applicazione dei contratti collettivi nazionali e sulla contrattazione collettiva integrativa e presenta annualmente al Dipartimento della funzione pubblica, al Ministero dell'economia e delle finanze nonché ai comitati di settore, |
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Art. 59. - Modifiche all'articolo 47 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. L'articolo 47 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è sostituito dal seguente: «Art. 47 (Procedimento di contrattazione collettiva). - 1. Gli indirizzi per la contrattazione collettiva nazionale sono emanati dai Comitati di settore prima di ogni rinnovo contrattuale. 2. Gli atti di indirizzo delle amministrazioni di cui all'articolo 41, comma 2, emanati dai rispettivi comitati di settore, sono sottoposti al Governo che, nei successivi venti giorni, può esprimere le sue valutazioni per quanto attiene agli aspetti riguardanti la compatibilità con le linee di politica economica e finanziaria nazionale. Trascorso inutilmente tale termine l'atto di indirizzo può essere inviato all'ARAN. 3. Sono altresì inviati appositi atti di indirizzo all'ARAN in tutti gli altri casi in cui è richiesta una attività negoziale. L'ARAN informa costantemente i comitati di settore e il Governo sullo svolgimento delle trattative. |
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Art. 60. - Modifiche all'articolo 48 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. All'articolo 48 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate le seguenti modificazioni: |
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Art. 61. - Modifica all'articolo 49 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. L'articolo 49 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è sostituito dal segue |
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Art. 62. - Modifiche all'articolo 52 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. All'articolo 52 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, il comma 1 è sostituito dai seguenti: «1. Il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o alle |
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Art. 63. - Procedimenti negoziali per il personale ad ordinamento pubblicistico1. All'articolo 112 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, al primo comma, le parole: «con cadenza quadriennale per gli aspetti giuridici e biennale per quelli economici» sono sostituite dalle seguenti: «con cadenza triennale tanto per la parte economica che normativa». Fermo quanto disposto dal primo periodo, al fine di garantire il parallelismo temporale della disciplina della carriera diplomatica rispetto a quella degli altri comparti del settore pubblico, il decreto del Presidente della Repubblica emanato in riferimento al quadriennio 2008-2011 ha durata limitata al biennio 2008-2009 anche per gli aspetti giuridici. 2. All'art |
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Art. 64. - Modifiche all'articolo 43 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1651. All'articolo 43, comma 5, le parole: «40, comma 3» sono sostituite dalle seguenti: « |
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Art. 65. - Adeguamento ed efficacia dei contratti collettivi vigenti1. Entro il 31 dicembre 2010, le parti adeguano i contratti collettivi integrativi vigenti alla data di entrata in vigore del presente decreto alle disposizioni riguardanti la definizione degli ambiti riservati, rispettivamente, alla contrattazione collettiva e alla legge, nonché a quanto previsto dalle disposizioni del Titolo III del presente decreto. N11 |
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Art. 66. - Abrogazioni1. Sono abrogati: a) l'articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni; b) l'articolo 28, comma 2, del decreto legislativo 19 maggio 2000, n |
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Capo V - Sanzioni disciplinari e responsabilità dei dipendenti pubblici |
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Art. 67. - Oggetto e finalità1. In attuazione dell'articolo 7 della legge 4 marzo 2009, n. 15 |
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Art. 68. - Ambito di applicazione, codice disciplinare, procedure di conciliazione1. L'articolo 55 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è sostituito dal seguente: |
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Art. 69. - Disposizioni relative al procedimento disciplinare1. Dopo l'articolo 55 del decreto legislativo n. 165 del 2001 sono inseriti i seguenti: «Art. 55-bis (Forme e termini del procedimento disciplinare). - 1. Per le infrazioni di minore gravità, per le quali è prevista l'irrogazione di sanzioni superiori al rimprovero verbale ed inferiori alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione per più di dieci giorni, il procedimento disciplinare, se il responsabile della struttura ha qualifica dirigenziale, si svolge secondo le disposizioni del comma 2. Quando il responsabile della struttura non ha qualifica dirigenziale o comunque per le infrazioni punibili con sanzioni più gravi di quelle indicate nel primo periodo, il procedimento disciplinare si svolge secondo le disposizioni del comma 4. Alle infrazioni per le quali è previsto il rimprovero verbale si applica la disciplina stabilita dal contratto collettivo. 2. Il responsabile, con qualifica dirigenziale, della struttura in cui il dipendente lavora, anche in posizione di comando o di fuori ruolo, quando ha notizia di comportamenti punibili con taluna delle sanzioni disciplinari di cui al comma 1, primo periodo, senza indugio e comunque non oltre venti giorni contesta per iscritto l'addebito al dipendente medesimo e lo convoca per il contraddittorio a sua difesa, con l'eventuale assistenza di un procuratore ovvero di un rappresentante dell'associazione sindacale cui il lavoratore aderisce o conferisce mandato, con un preavviso di almeno dieci giorni. Entro il termine fissato, il dipendente convocato, se non intende presentarsi, può inviare una memoria scritta o, in caso di grave ed oggettivo impedimento, formulare motivata istanza di rinvio del termine per l'esercizio della sua difesa. Dopo l'espletamento dell'eventuale ulteriore attività istruttoria, il responsabile della struttura conclude il procedimento, con l'atto di archiviazione o di irrogazione della sanzione, entro sessanta giorni dalla contestazione dell'addebito. In caso di differimento superiore a dieci giorni del termine a difesa, per impedimento del dipendente, il termine per la conclusione del procedimento è prorogato in misura corrispondente. Il differimento può essere disposto per una sola volta nel corso del procedimento. La violazione dei termini stabiliti nel presente comma comporta, per l'amministrazione, la decadenza dall'azione disciplinare ovvero, per il dipendente, dall'esercizio del diritto di difesa. 3. Il responsabile della struttura, se non ha qualifica dirigenziale ovvero se la sanzione da applicare è più grave di quelle di cui al comma 1, primo periodo, trasmette gli atti, entro cinque giorni dalla notizia del fatto, all'ufficio individuato ai sensi del comma 4, dandone contestuale comunicazione all'interessato. 4. Ciascuna amministrazione, secondo il proprio ordinamento, individua l'ufficio competente per i procedimenti disciplinari ai sensi del comma 1, secondo periodo. Il predetto ufficio contesta l'addebito al dipendente, lo convoca per il contraddittorio a sua difesa, istruisce e conclude il procedimento secondo quanto previsto nel comma 2, ma, se la sanzione da applicare è più grave di quelle di cui al comma 1, primo periodo, con applicazione di termini pari al doppio di quelli ivi stabiliti e salva l'eventuale sospensione ai sensi dell'articolo 55-ter. Il termine per la contestazione dell'addebito decorre dalla data di ricezione degli atti trasmessi ai sensi del comma 3 ovvero dalla data nella quale l'ufficio ha altrimenti acquisito notizia dell'infrazione, mentre la decorrenza del termine per la conclusione del procedimento resta comunque fissata alla data di prima acquisizione della notizia dell'infrazione, anche se avvenuta da parte del responsabile della struttura in cui il dipendente lavora. La violazione dei termini di cui al presente comma comporta, per l'amministrazione, la decadenza dall'azione disciplinare ovvero, per il dipendente, dall'esercizio del diritto di difesa. 5. Ogni comunicazione al dipendente, nell'ambito del procedimento disciplinare, è effettuata tramite posta elettronica certificata, nel caso in cui il dipendente dispone di idonea casella di posta, ovvero tramite consegna a mano. Per le comunicazioni successive alla contestazione dell'addebito, il dipendente può indicare, altresì, un numero di fax, di cui egli o il suo procuratore abbia la disponibilità. In alternativa all'uso della posta elettronica certificata o del fax ed altresì della consegna a mano, le comunicazioni sono effettuate tramite raccomandata postale con ricevuta di rit |
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Art. 70. - Comunicazione della sentenza1. Dopo l'articolo 154-bis del |
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Art. 71. - Ampliamento dei poteri ispettivi1. All'articolo 60 del decreto legislativo n. 165 del 2001, il comma 6 è sostituito dal seguente: «6. Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica è istituito l'Ispettorato per la funzione pubblica, che opera alle dirette dipendenze del Ministro delegato. L'Ispettorato vigila e svolge verifiche sulla conformità dell'azione am |
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Art. 73. - Norme transitorie1. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto non è ammessa, a pena di nullità, l'impugnazione di sanzioni disciplinari dinanzi ai collegi arbitrali di disciplina. I procedimenti di impugnazione di sanzioni disciplinari pendenti dinanzi ai predett |
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TITOLO V - NORME FINALI E TRANSITORIE |
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Art. 74. - Ambito di applicazione1. Gli articoli 11, commi 1 e 3, da 28 a 30, da 33 a 36, 54, 57, 61, 62, comma 1, 64, 65, 66, 68, 69 e 73, commi 1 e 3, rientrano nella potestà legislativa esclusiva esercitata dallo Stato, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettere l) ed m), della Costituzione. 2. Gli articoli 3, 4, 5, comma 2, 7, 9, 15, comma 1, 17, comma 2, 18, 23, commi 1 e 2, 24, commi 1 e 2, 25, 26, 27, comma 1, e l'articolo 62, commi 1-bis e 1-ter recano norme di diretta attuazione dell'articolo 97 della Costituzione e costituiscono principi generali dell'ordinamento ai quali si adeguano le regioni e gli enti locali, anche con riferimento agli enti del Servizio sanitario nazionale, negli ambiti di rispettiva competenza. |
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