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19/12/2019

Codici di comportamento delle PA: in consultazione la bozza di nuove Linee guida ANAC

La bozza di nuove Linee guida in materia di Codici di comportamento delle amministrazioni pubbliche è in consultazione sul sito dell'ANAC dal 12/12/2019 al 15/01/2020.

L'ANAC ha posto in consultazione sul proprio sito, dal 12/12/2019 al 15/01/2020, la bozza di Linee guida in materia di Codici di comportamento delle amministrazioni pubbliche.

Con tali Linee guida, l’ANAC intende fornire indirizzi interpretativi e operativi volti a orientare le amministrazioni nella predisposizione di nuovi codici di comportamento che integrino e specifichino i doveri minimi posti dal Codice nazionale di cui al D. P.R. 16/04/2013, n. 62, con contenuti che non siano meramente riproduttivi di tale Codice, ma che siano utili al fine di realizzare gli obiettivi di una migliore cura dell’interesse pubblico. A tal fine una parte importante delle Linee guida è rivolta al processo di formazione dei codici - in cui risulta fondamentale la partecipazione dell’intera struttura - alle tecniche di redazione consigliate e alla formazione che si auspica venga rivolta ai dipendenti.

La disciplina sui codici di comportamento si applica a tutte le amministrazioni pubbliche tenute all’applicazione della normativa sulla prevenzione della corruzione e sulla trasparenza e all’adozione del PTPCT ai sensi dell’art. 1, comma 2-bis, della L. 06/11/2012, n. 190. Rientrano, pertanto, tra tali soggetti anche le Autorità di sistema portuale e gli Ordini professionali.
Sono poi espressamente incluse nell’ambito di applicazione, ai sensi dell’art. 2, comma 4, del D. P.R. 16/04/2013, n. 62, anche le Regioni a Statuto speciale e le Province Autonome di Trento e Bolzano.
Ad avviso dell’ANAC, le Autorità amministrative indipendenti, come di recente confermato dal PNA 2019 (Parte I, par. 3, di cui alla Delib. ANAC 13/11/2019, n. 1064) applicano la disciplina sulla trasparenza (ai sensi dell’art. 2-bis, comma1, D. Leg.vo 14/03/2013, n. 33) e la disciplina in materia di prevenzione della corruzione in cui è inclusa quella sui codici di comportamento. 

L’ANAC precisa che tra le misure di prevenzione della corruzione i codici di comportamento rivestono un ruolo importante nella strategia delineata dalla L. 06/11/2012, n. 190 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione), costituendo lo strumento che più di altri si presta a regolare le condotte dei funzionari e ad orientarle alla migliore cura dell’interesse pubblico, in una stretta connessione con i Piani triennali di prevenzione della corruzione e della trasparenza (PTPCT).

I codici di comportamento fissano doveri di comportamento che hanno una rilevanza giuridica che prescinde dalla personale adesione, di tipo morale, del funzionario ovvero dalla sua personale convinzione sulla bontà del dovere. Essi vanno rispettati in quanto posti dall’ordinamento giuridico e, a prescindere dalla denominazione attribuita da ogni singola amministrazione al proprio codice, ad essi si applica il regime degli effetti e delle responsabilità conseguenti alla violazione delle regole comportamentali previsto dall’art. 54, comma 3, del D. Leg.vo 30/03/2001, n. 165. Da qui la necessità che le amministrazioni tengano ben distinti i codici di comportamento, giuridicamente rilevanti sul piano disciplinare, da eventuali codici etici.

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L’art. 1, comma 44, della L. 06/11/2012, n. 190 ha sostituito l’art. 54 del D. Leg.vo 30/03/2001, n. 165, prevedendo, da un lato, un codice di comportamento generale, nazionale, valido per tutte le amministrazioni pubbliche e, dall’altro, un codice per ciascuna amministrazione, obbligatorio, che integra e specifica il predetto codice generale. Il legislatore attribuisce, poi, specifico rilievo disciplinare alla violazione dei doveri contenuti nel codice.

Il Codice nazionale è stato emanato con il D. P.R. 16/04/2013, n. 62. Esso prevede i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta per i dipendenti pubblici e all’art. 1, comma 2, del D. P.R. 16/04/2013, n. 62, il Codice rinvia al citato art. 54 del D. Leg.vo 30/03/2001, n. 165 prevedendo che le disposizioni ivi contenute siano integrate e specificate dai codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni.

Per quanto riguarda i codici di amministrazione, essi ad oggi risultano generalmente adottati. Tuttavia, la tendenza è stata fin da subito quella di emanare codici di comportamento meramente riproduttivi del codice generale. Salvo buone pratiche rilevate, non risulta cioè svolto quel lavoro richiesto di integrazione e specificazione dei doveri minimi posti dal D. P.R. 16/04/2013, n. 62.

L’art. 54 del D. Leg.vo 30/03/2001, n. 165 attribuisce all’ANAC il potere di definire “criteri, linee guida e modelli uniformi per singoli settori o tipologie di amministrazione ai fini dell’adozione dei singoli codici di comportamento da parte di ciascuna amministrazione”.
Con la Delib. CiVIT 24/10/2013, n. 75 sono state definite le prime Linee guida in materia, rivolte a tutte le amministrazioni.

L’ANAC ritiene ora necessario emanare nuove Linee guida di carattere generale al fine di promuovere un sostanziale rilancio dei codici di comportamento presso le amministrazioni proprio per il valore che essi hanno, sia per orientare le condotte di chi lavora nell’amministrazione e per l’amministrazione verso il miglior perseguimento dell’interesse pubblico, sia come strumento di prevenzione dei rischi di corruzione da armonizzare e coordinare con i PTPCT di ogni amministrazione.


 

Dalla redazione