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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
D. Min. LL.PP. 16/01/1996
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[Premessa]Il Ministro dei Lavori Pubblici di concerto con il Ministro dell'Interno Vista la legge 2 febbraio 1974, n. 64, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 21 marzo 1974, recant |
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Art. 1. |
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Art. 2. |
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Allegato |
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1. CAMPO DI APPLICAZIONE E CRITERI GENERALI Dl VERIFICALe presenti norme sono relative alle costruzioni ad uso civile ed industriale. I metodi generali di verifica nonché i valori delle azioni qui previsti sono applicabili a tutte le costruzioni da realizzare nel campo dell'ingegneria civile per qua |
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2. LIVELLI DI SICUREZZA E COMBINAZIONI DEI CARICHICon riferimento ad entrambi i metodi di verifica di cui alle lettere a) e b) del punto 1, i coefficienti da applicarsi sia ai carichi che alle resistenze sono definiti dalle singole normative in funzione dei materiali, delle tipologie strutt |
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3. AZIONI SULLE COSTRUZIONI - GENERALITÀLe azioni da considerare nelle costruzioni comprendono in genere: pesi propri degli elementi costituenti la struttura, carichi permanenti, sovraccarichi variabili per gli edifici, variazioni termiche e igrome |
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4. PESI PROPRI DEI MATERIALI STRUTTURALII pesi per unità di volume dei più comuni materiali, per la determinazione dei pesi propri strutturali, possono essere assunti pari a quelli riportati nel prospetto 4.1. Sono comunque ammessi accertamenti specifici.
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5. CARICHI E SOVRACCARICHITutti i carichi ed i sovra |
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5.1. Carichi permanentiSono considerati carichi permanenti quelli non rimovibili durante il normale esercizio della costruzione, come tamponature esterne, |
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5.2. Sovraccarichi variabiliLe intensità da assumere per i sovraccarichi variabili verticali ed orizzontali ripartiti e per le corrispondenti azioni locali concentrate - tutte comprensive degli effetti dinamici ordinari - sono riportate nel prospetto 5.1.
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6. CARICO NEVEIl carico neve sulle coperture sarà valutato con la seguente espressione: |
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6.1. Carico neve al suoloIl carico neve al suolo dipende dalle condizioni locali di clima e di esposizione, considerata la variabilità delle precipitazioni nevose da zona a zona. In mancanza di adeguate indagini statistiche, che tengano conto sia dell'altezza del manto nevoso che della sua densità, il carico di riferimento neve al suolo, per località poste a quota inferiore a 1500 m sul livello del mare, non dovrà essere assunto minore di quello calcolato in base alle espressioni nel seguito riportate, cui corrispondono valori con periodo di ritorno di circa 200 anni (vedi mappa in figura 6.1.). |
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6.2. Coefficienti di forma per il carico neveIn generale verranno usati i coefficienti di forma per il carico neve contenuti nel presente paragrafo, dove vengono indicati i relativi valori nominali per le coperture a una o più falde, essendo a, in gradi sessagesimali, l'angolo formato dalla falda con l'orizzontale.
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7. AZIONI DEL VENTOIl vento, la cui direzione si c |
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7.1. Azioni statiche equivalentiLe azioni statiche del vento si traducono in pressioni e depressioni agenti normalmente alle superfici, sia esterne che interne, degli elementi che compongono la costruzione. |
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7.2. Pressione del ventoLa pressione del vento è data dall'espressione: |
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7.3. Azione tangente del vento.L'azione tangente per unità di superficie parallela alla direzione del vento è data dall'espressione: |
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7.4. Pressione cinetica di riferimentoLa pressione cinetica di riferimento qref (in N/m²) è data dall'espressione
nella quale vref è la velocità di riferimento del vento (in m/s).
La velocità di riferimento Vref è il valore massimo, riferito ad un intervallo di ritorno di 50 anni, della velocità del vento misurata a 10 m dal suolo su un terreno di II categoria (vedi tabella 7.2.) e mediata su 10 minuti. In mancanza di adeguate indagini statistiche è data dall'espressione:
dove: vref,0, a0, ka sono dati dalla Tabella 7.1. in funzione della zona, definita in Figura 7.1., ove sorge la costruzione; as è l'altitudine sul livello del mare (in m) del sito ove sorge la costruzione.
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7.5. Coefficiente di esposizione.Il coefficiente di esposizione ce dipende dall'altezza della costruzione z sul suolo, dalla rugosità e dalla topografia del terreno, dall'esposizione del sito ove sorge la costruzione. É dato dalla formula:
per z ³ zmin
per z < zmin dove: kr, z0, zmin sono assegnati in Tabella 7.2. in funzione della categoria di esposizione del sito ove sorge la costruzione; ct è il coefficiente di topografia. In mancanza di analisi che tengano in conto sia della direzione di provenienza del vento sia delle variazioni di rugosità del terreno, la categoria di esposizione è assegnata nella Figura 7.2. in funzione della posizione geografica del sito ove sorge la costruzione e della classe di rugosità del terreno definita in Tabella 7.3. Il coefficiente di topografia ct è posto di regola pari a 1 sia per le zone pianeggianti sia per quelle ondulate, collinose, montane. In questo caso la Figura 7.3. riporta i diagrammi di ce per le diverse categorie di esposizione. |
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8. VARIAZIONI TERMICHESi considerano le variazioni di temperatura rispetto a quella iniziale di riferimento, assunta quale convenzionale zero termico. Per gli edifici la variazione termica massima ne |
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