Sent.C. Stato 09/05/2000, n. 2681

1. Le norme sugli appalti di opere pubbliche si applicano anche, ai sensi dell'art. 2, comma 2, lett. c) della L. 11 febbraio 1994 n. 109, agli appalti affidati da privati a condizione che si tratti di lavori di quelli precisati nella predetta norma della lett. c) e di importo superiore a 1 milione di Ecu per la cui realizzazione sia previsto un finanziamento pubblico di oltre il 50% dell'importo dei lavori. (Nella specie si trattava di opere da utilizzare ad attività culturale e religiosa e quindi di interesse per più soggetti). 2. Le controversie relative a gare d'appalto di lavori pubblici indette da privati ma disciplinate da norme di opere pubbliche sono sottoposte alla giurisdizione amministrativa, giacché i suddetti privati vengono considerati in questi casi pubbliche amministrazioni appaltanti, anche se limitatamente agli atti della gara. 3. Un'impresa concorrente a gara d'appalto di opera pubblica non può essere esclusa dalla gara stessa qualora abbia presentato la dichiarazione sostitutiva, ai sensi dell'art. 2 della L. 4 gennaio 1968 n. 15, del certificato d'iscrizione all'A.N.C. pur non prevista dall'avviso di gara; e ciò perché la L. 1968 n. 15 ha valore di norma generale, sempre applicabile a meno che non venga espressamente esclusa.