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27/11/2017

L’AGCM critica la possibile introduzione di norme sull’equo compenso dei professionisti

In un intervento indirizzato ai Presidenti di Camera, Senato e del Consiglio dei Ministri - pubblicato sull’edizione del 27/11/2017 del proprio Bollettino ufficiale - l’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato (AGCM), si dice “preoccupata” per le misure relative all’introduzione di un “equo compenso” per tutte le professioni (approvate in sede di conversione in legge del D.L. 148/2017).

In particolare l’AGCM sottolinea come tramite la disposizione in esame “viene sottratta alla libera contrattazione tra le parti la determinazione del compenso dei professionisti (ancorché solo con riferimento a determinate categorie di clienti), ponendosi, nel suo complesso, in contrasto con consolidati principi posti a tutela della concorrenza, e determinando un’ingiustificata inversione di tendenza rispetto all’importante ed impegnativo processo di liberalizzazione delle professioni, in atto da oltre un decennio e a favore del quale l’Autorità si è costantemente pronunciata”.

In quest’ottica” - prosegue l’Autorità - “l’effettiva presenza di una concorrenza di prezzo nei servizi professionali non può in alcun modo essere collegata ad una dequalificazione della professione, giacché, come più volte ricordato dall’Autorità, è invece la sicurezza offerta dalla protezione di una tariffa fissa o minima a disincentivare l’erogazione di una prestazione adeguata5 e a garantire ai professionisti già affermati sul mercato di godere di una rendita di posizione determinando la fuoriuscita dal mercato di colleghi più giovani in grado di offrire, all’inizio, un prezzo più basso. È noto, infatti, che la qualità di una prestazione professionale si percepisce nel tempo e, al momento della scelta, la reputazione del professionista assume un’importanza cruciale, scalfibile solo attraverso offerte particolarmente vantaggiose che inducono il cliente a dare fiducia a un professionista meno affermato”.

Ancora, sarebbero secondo l’AGCM proprio i giovani professionisti ad essere “pregiudicati dalla reintroduzione delle tariffe minime in quanto vedrebbero drasticamente compromesse le opportunità di farsi conoscere sul mercato e, in definitiva, di competere con i colleghi affermati che dispongono di maggiori risorse per l’acquisizione di clientela, anche di particolare rilievo”.

Dalla redazione