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Sent. C. Stato 11/04/2014, n. 1756

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SENTENZA

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) ha pronunciato la presente sentenza

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FATTO

La Società FATA s.a.s è proprietaria nel Comune di Cogoleto di un immobile sito in località Valcalda all’interno del comparto P.I.P., zona PD4.

Nel mese di aprile 2006 la FATA realizzava l’immobile di che trattasi, ed in corso d’opera, in data 9 maggio 2008 con nota prot. n. 8826 richiedeva la sanatoria per la regolarizzazione di talune opere interne eseguite in maniera difforme rispetto al titolo posseduto.

Con provvedimento n. 12569 del 2008 il Comune di Cogoleto rigettava detta istanza dis

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DIRITTO

Con tre censure la società appellante evidenzia l’erroneità della sentenza resa dal giudice di prime cure.

Occorre cominciare, in ordine logico, dal terzo motivo di appello, nella parte in cui con esso si denuncia che il tribunale amministrativo regionale impropriamente si sarebbe avvalso della facoltà di procedere con sentenza semplificata, succintamente motivata, trascurando che la causa era complessa e non poteva essere decisa senza tener conto degli esiti dell’istruttoria espletata.

Tale motivo, invero, appare privo di effetti pratici, in quanto, così come nel caso dell’omissione o dell’incompletezza dell’istruttoria, anche nel caso di errata valutazione delle risultanze istruttorie non si concreta un vizio di procedura e non ne consegue, pertanto, un rinvio al tribunale medesimo, spettando a questo giudice di appello provvedere a tale valutazione (o ad effettuare gli accertamenti istruttori non compiuti: cfr. Cons. St., sez. V, 22 febbraio 2007, n. 937).

Tanto premesso, occorre brevemente riepilogare i fatti di causa.

In un immobile la cui realizzazione era assentita da regolare permesso di costruire, ad opere in corso, nel maggio 2008 la società appellante (Fata) presentò istanza di sanatoria. L’istanza venne rigettata, e la Fata provvide alla disinstallazione di buona parte delle (poche) opere poste in essere, riservandosi per quelle ancora non smantellate ulteriore istanza di sanatoria.

Nel novembre 2008 fu effettuato un sopralluogo dall’Amministrazione, ed il Comune ritenne di vedere nel comportamento della Fata l’inottemperanza a quanto deciso in merito al diniego della sanatoria.

Il 4 dicembre 2008 la Fata presentava nuova istanza al Comune al fine di regolarizzare le opere non smantellate (di fatto qualc

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P.Q.M.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta), definitivamente pronunciando sull’appello, come in epigrafe proposto

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