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Circ. Min. LL.PP. 15/10/1996, n. 252

Istruzioni per l'applicazione delle Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche di cui al decreto ministeriale 9 gennaio 1996.
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Articolo unico

Con decreto del Ministro dei lavori pubblici in data 9 gennaio 1996 sono state approvate le “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche”.

Dette norme (ovvero, secondo una terminologia più recente, “regole tecniche”), pubblicate nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 5 febbraio 1996, costituiscono l’aggiornamento di quelle precede

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A. UTILIZZAZIONE DELLE NORME ED ILLUSTRAZIONE DELLE PRINCIPALI INNOVAZIONI.
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A.1. Introduzione

L’elemento nuovo e di maggior rilievo che caratterizza il D.M. 9.1.96 è rappresentato dalla possibilità di utilizzare in ambito nazionale sia il metodo di verifica delle tensioni ammissibili che quello agli stati limite, nella duplice versione italiana ed europea.

Viene quindi resa possibile un’ampia facoltà di scelta della normativa di riferimento che il progettista, liberamente e responsabilmente, può adottare. Pertanto, mentre sotto il profilo concettuale resta inalterato il quadro di riferimento costituito dai due possibili metodi di verifica (tensioni ammissibili e stati limite), sul piano operativo, con la nuova disciplina, si viene ad affiancare, accanto al testo normativo relativo al metodo degli stati limiti nella versione “nazionale”, un ulteriore testo normativo nella versione “europea” anch’esso basato sul medesimo metodo agli stati limite.

Quest’ultimo, ancorché conc

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A.2. Articolazione delle Norme Tecniche

L’articolazione delle Norme tecniche presenta anch’essa alcune innovazioni (si veda l’indice sintetico in Tabella 1): è stata introdotta una parte generale; ciascuna delle successive parti I (c.a. e c.a.p.) e II (acciaio) è a sua volta suddivisa in tre sezioni (prescrizioni generali, metodi agli stati limite, Eurocodici); per quanto riguarda le altre parti e gli allegati, la loro articolazione è rimasta invariata.

Nel testo delle Norme tecniche sono state ampliate le parti concernenti i metodi di calcolo agli stati limite ed inserite precise indicazioni per la corretta applicazione degli Eurocodici, attraverso le apposite Sezioni III, che costituiscono i rispettivi DAN.

I concetti ed i criteri generali vengono illustrati nella Parte Generale; nella Parte I - Cemento armato normale e precompresso e nella Parte II - Acciaio, tali criteri vengono particolarizzati per le applicazioni alle costruzioni in c.a., c.a.p. ed in acciaio rispettivamente.

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A.3. Parte Generale

La Parte Generale (si veda l’indice in Tabella 2) recepisce lo stato dell’arte dei metodi di verifica disponibili: metodi agli stati limite e delle tensioni ammissibili.

Nel caso in cui desideri adottare il metodo di verifica delle tensioni ammissibili, il progettista dovrà fare riferimento alla precedente normativa tecnica (D.M. 14 febbraio 1992 e relativa circolare 24 giugno 1993 n. 37406/STC).

Nel caso in cui desideri adottare il metodo di verifica agli stati limite nella versione “nazionale”, il progettista dovrà seguire tutte le indicazioni di carattere generale contenute nella Sezione II della Parte I - Cemento armato normale e precompresso, e della Parte II - Acciaio.

Nel caso in cui desideri invece adottare i metodi di verifica agli stati limite codificati negli Eurocodici 2 e 3, il progettista dovrà utilizzare i rispettivi DAN, costituiti dalla Sezione III delle Parti I e II. Inoltre, mantenendo la tradizionale apertura nei riguardi del progresso scientifico e tecnologico, le Norme Tecniche consentono ai progettisti anche l’adozione di ulteriori metodi di verifica, purché

adeguatamente supportati da studi ed esperienze, e purché sia garantito un livello di sicurezza equivalente a quello stabilito dalle norme stesse.

L’adozione d

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A.4. Parte I - Cemento armato normale e precompresso
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A.4.1. Sezione I - Prescrizioni generali e comuni

Questa sezione raccoglie le prescrizioni riguardanti i materiali, i prodotti ed il collaudo statico che nel D.M. 14.2.1992 erano contenuti nei capitoli 2 ed 8 della Parte I.

Si segnalano, in particolare, i seguenti punti riguardanti gli acciai per cemento armato.


a) Acciai forniti in rotoli

Viene imposto il limite di 14 mm al diametro massimo degli acciai da c.a. forniti in rotoli al fine di evitare l’impiego di barre che, in conseguenza del successivo raddrizzamento, potrebbero presentare un decadimento eccessivo delle caratteristiche meccaniche. Tuttavia, in casi eccezionali, adeguatamente motivati, il Servizio tecnico centrale, sentito il Consiglio superiore dei lavori pubblici, potrà concedere eventuali deroghe.


b) Caratteristiche meccaniche degli acciai

Il progettista, nei casi indicati dalla norma, ha l’obbligo di dichiarare, nella relazione illustrativa sui materiali, i limiti dei rapporti

fy/fyk e (ft/fy)medio


posti a base del calcolo.

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A.4.2. Sezione II - Metodo agli stati limite

Questa sezione raccoglie le prescrizioni riguardanti le norme di calcolo, le regole pratiche di progettazione, le norme di esecuzione nonché le norme complementari relative ai solai che nel precedente D.M. 14.2.92 erano contenute nei capitoli 4, 5, 6 e 7. Anche alcune parti del capitolo A della Circolare 24 giugno 1993 n. 37406/STC sono state raccolte in questa sezione delle norme, che, in sostanza, non presenta elementi innovativi di rilievo.

Particolare attenzione è stata rivolta ai paragrafi concernenti le verifiche allo stato limite delle tensioni di esercizio, che differiscono da quelle indicate nel precedente D.M. 14.2.92 e nella relativa Circolare; analogamente, particolare cura è stata adottata nel redigere la Sezione III.

L’esigenza di tenere sotto controllo le tensioni di esercizio, ossia le compressioni nel calcestruzzo e le tensioni nell’acciaio, deriva da più considerazioni tra le quali se ne evidenziano due:

- compressioni eccessive possono causare microfessurazioni ed influire negativamente sulla durabilità;

- lo stato di tensione di esercizio ha una elevata probabilità di verificarsi concretamente durante la vita della struttura.

Pertanto, è apparso opportuno, ed anche in armonia con l’Eurocodice 2, legare i suddetti limiti alle condizioni ambientali, pervenendo così ai valori che, per comodità, si riportano di seguito in forma sintetica.


Cemento armato normale

- Limiti per le compressioni in esercizio nel calcestruzzo


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A.4.3. Sezione III - Eurocodice 2 UNI ENV 1992-1-1: Criteri e prescrizioni

Questa sezione costituisce il Documento di Applicazione Nazionale (DAN) per l’impiego dell’Eurocodice 2 Progettazione delle strutture di calcestruzzo Parte 1-1: Regole generali e regole per gli Edifici (EC2-1-1), pubblicato dal CEN (Comitato Europeo di Normalizzazione), nelle tre lingue ufficiali dell’Unione Europea (inglese, francese e tedesco) e per l’Italia dall’UNI con la sigla UNI ENV 1992-1-1 (gennaio 1993). La Sezione III fornisce, pertanto, le prescrizioni sostitutive, integrative o soppressive del testo di riferimento di EC2-1-1.

Va ribadito, onde evitare interpretazioni estensive che vadano al di là della portata della Sezione III, che si intende rendere

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A.4.4. Suggerimenti operativi

A.4.4.1. Impiego del metodo delle tensioni ammissibili

Il progettista che intenda operare con il metodo delle tensioni ammissibili deve fare riferimento ai seguenti documenti normativi:

a) le norme tecniche di cui al D.M. 14.2.92.

Da queste e dalla relativa circolare 24 giugno 1993 n. 37406/STC si traggono le prescrizioni riguardanti le combinazioni delle azioni, ovverosia le “condizioni di carico”, le norme di calcolo relative al metodo delle tensioni ammissibili, le regole pratiche di progettazione e le norme di esecuzione che accompagnano lo stesso metodo ed infine le norme complementari relative ai solai.

b) le norme vigenti sui carichi e sovraccarichi.

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A.5. Parte II - Acciaio
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A.5.1. Sezione I - Prescrizioni generali e comuni

Questa sezione raccoglie le prescrizioni riguardanti i materiali, i prodotti ed il collaudo statico che nel D.M. 14.2.1992 erano co

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A.5.2. Sezione II - Metodo degli stati limite

Questa sezione è ripresa, per la maggior parte, dal D.M. 14.2.92. Sono aboliti i riferimenti alle tensioni ammissibili, restano invariate le resistenze di calcolo, sono adeguate alcune prescrizioni che facevano riferimento alle tensioni ammissibili, sono aggiornati i riferimenti alla normativa nazionale ed europea.

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A.5.3. Sezione III - Eurocodice 3 UNI ENV 1993-1-1: Criteri e prescrizioni

Questa sezione costituisce il Documento di Applicazione Nazionale (DAN) per l’impiego dell’Eurocodice 3 Progettazione delle strutture di acciaio Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici (EC3-1-1), pubblicato dal CEN (Comitato Europeo di Normalizzazione) nelle tre lingue ufficiali dell’Unione Europea (inglese, francese e tedesco) e per l’Italia dall’UNI con la sigla UNI ENV 1993-1-1 (giugno 1994). La Sezione III fornisce, pertanto, le prescrizioni sostitutive, integrative o soppressive del testo di riferimento di EC3-1-1.

Va ribadito, onde evitare interpretazioni estensive che vadano al di là della portata della Sezione III, che si intende rendere applicabile soltanto UNI ENV 1993-1-1 (giugno 1994), con esclusione delle appendici; pertanto, non sono da intendersi comprese le parti aggiuntive. In proposito si richiama anche quanto già precisato nella introduzione.

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A.5.4. Suggerimenti operativi

A.5.4.1. Impiego del metodo delle tensioni ammissibili

Il progettista che intenda operare con il metodo delle tensioni ammissibili deve fare riferimento ai seguenti documenti normativi:

a) le norme tecniche di cui al D.M. 14.2.92.

Da queste e dalla relativa circolare 24 giugno 1993 n. 37406/STC si traggono le prescrizioni riguardanti le combinazioni delle azioni, ovverosia le “condizioni di carico”, le norme di calcolo relative al metodo delle tensioni ammissibili, le regole pratiche di progettazione e le norme di esecuzione che accompagnano lo stesso metodo ed infine le norme complementari relative ai solai.

b) le norme vigenti sui carichi e sovraccarichi.

Da queste e dalla relativa circolare, si traggono le prescrizioni circa le azioni da considerare nel calco

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B. CEMENTO ARMATO NORMALE E PRECOMPRESSO
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B.1. Calcestruzzo

(Rif.to punti 2.1.1. Resistenza a compressione semplice e 2.1.8. Durabilità)


Per l’esecuzione delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso, l’Allegato 2 delle Norme Tecniche stabilisce, tra l’altro, la frequenza dei controlli da eseguirsi in rapporto alla cubatura dei getti di conglomerati omogenei.

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B.2. Azioni di calcolo

(Rif.to punto 4.0.1.)

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B.3. Resistenze di calcolo

(Rif.to punto 4.0.2.)

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B.4. Strutture costituite da elementi mono-dimensionali

(Rif.to punto 4.1.1.)

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B.4.1. Calcolo non lineare

(Rif.to punto 4.1.1.1.)


L’ipotesi dell’accrescimento proporzionale delle azioni non potrà essere assunta ogni volta che azioni rilevanti possano ripetersi un elevato numero di volte (fatica), o i

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B.5. Verifiche allo stato limite ultimo
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B.5.1. Verifica delle sezioni allo stato limite ultimo per sollecitazioni normali

(Rif.to punto 4.2.1.1.)


Le norme si applicano agli elementi monodimensionali a piccola curvatura nei quali la distanza fra i punti di momento nullo è almeno pari al doppio dell’altezza totale della sezione ed agli elementi bidimensionali piani.

La configurazione deformata del

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B.5.2. Sicurezza

(Rif.to punto 4.2.1.2.)


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B.5.3. Diagrammi di calcolo tensioni-deformazioni del calcestruzzo

(Rif.to punto 4.2.1.3.)

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B.5.4. Diagrammi di calcolo tensione-deformazione dell’acciaio

(Rif.to punto 4.2.1.4.)


I requisiti generali di duttilità devono essere in accordo con quanto specificato al punto 2.2. per l’acciaio da cemento armato normale e 2.3. per l’acciaio da cemento armato precompresso ed ai relativi allegati 3, 4 e 5.

Il diagramma di calcolo tensioni-deformazioni è schematizzato con una bilatera, il primo tratto della quale ha pendenza corrispondente al modulo di elasticità

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B.5.5. Armature di precompressione non aderenti

(Rif.to punto 4.2.1.6.)


Si considerano armature di precompressio

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B.5.6. Verifiche allo stato limite ultimo per sollecitazioni taglianti

(Rif.to punto 4.2.2.1.)


Il comportamento a rottura degli elementi in cemento armato normale e cemento armato preco

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B.5.7. Elementi senza armature trasversali resistenti al taglio

(Rif.to punto 4.2.2.2.)


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B.5.8. Verifica dell’armatura longitudinale

(Rif.to punto 4.2.2.3.3.)

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B.5.9. Casi particolari

B.5.9.1. Componenti trasversali

(Rif.to punto 4.2.2.4.1.)

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B.5.10. Carichi appesi o indiretti

(Rif.to punto 4.2.2.4.3.)


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B.5.11. Deformazioni viscose

(Rif.to punto 4.2.4.5.)


Per tener conto delle deformazioni viscose l’

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B.6. Stato limite di fessurazione
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B.6.1. Finalità

(Rif.to punto 4.3.1.1.)

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B.6.2. Definizione degli stati limite di fessurazione

(Rif.to punto 4.3.1.2.)


La verifica allo stato limite di decompressione relativa non escl

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B.6.3. Condizioni ambientali

(Rif.to punto 4.3.1.4.)


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B.6.4. Sensibilità delle armature alla corrosione

(Rif.to punto 4.3.1.5.)

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B.6.5. Scelta degli stati limite di fessurazione

(Rif.to punto 4.3.1.6.)

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B.6.6. Verifiche allo stato limite di fessurazione per sollecitazioni normali

B.6.6.1. Stato limite di decompressione

(Rif.to punto 4.3.1.7.1.1.)


Si deve tenere conto, se del caso, delle cadute di tensione di precompressione e della resistenza

opposta dalle armature aderenti alla chiusura delle fessure, quando la fessurazione sia ammessa per un livello di carico più elevato di quello per il quale è stato verificato lo stato limite di decompressione.


B.6.6.2. Stato limite di formazione delle fessure

(Rif.to punto 4.3.1.7.1.2.)


Questo stato limite deve essere considerato solo nel caso in cui l’intervento di una combinazione di azioni rara possa avere effetto determinante. Il calcolo si riferisce generalmente alla fibra estrema della sezione.


B.6.6.3. Stato limite di apertura delle fessure

(Rif.to punto 4.3.1.7.1.3.)


L’area efficace Ac.eff è l’area di

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B.7. Stato limite di deformazione

(Rif.to punto 4.3.3.)


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B.7.1. Calcolo delle deformazioni

(Rif.to punto 4.3.3.2.)


L’espressione della curvatura nello stato I (non fessurato) è la seguente:

1 / r = (εc1 + εc2) / h


essendo εc1 e εc2 rispettivamente le deformazioni unitarie, in valore assoluto, delle fibre estreme distanti h.

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B.7.2. Rapporti di snellezza limite

(Rif.to punto 4.3.3.3.)


Per travi e solai i valori del rapporto l/h possono essere corretti mediante fattori che tengono conto dell’influenza delle armature tese e delle armature compresse sulla deformazione.

A titolo indicativo, a tali fattori si possono attribuire i seguenti valori:


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C. STRUTTURE SOGGETTE A PRECOMPRESSIONE PARZIALE

La parte I delle Norme Tecniche contiene una più esplicita e puntuale disciplina di quella particolare tecnica correntemente denominata “precompressione parziale” per la quale vengono precisate alcune regole di progettazione ed esecuzione.

Si richiama innanzi tutto l’attenzione sul fatto che nel caso della precompressione parziale, la resistenza di calcolo del calcestruzzo si valuta, come prescritto in 4.0.2. della Parte I, assumendo per il coefficiente γc il valore γc = 1,

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D. ELEMENTI STRUTTURALI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO NON ARMATO
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D.1. Oggetto

Le norme di cui alla Parte Prima del D.M. 9.1.96, non sono di regola applicabili a strutture in conglomerato cementizio non armato. Poiché, tuttavia,

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D.2. Resistenza del conglomerato

Non è ammesso l’impiego di conglomerato di resistenza caratteristica Rck <15 N/mm² e comun

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D.3. Diffusione degli sforzi

La diffusione delle tensioni normali presso i punti di applicazione di carichi concentrati negli elementi massicci potr&ag

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D.4. Plinti e travi di fondazione

Per i plinti massicci e per le travi di fondazione, in via semplificativa, è sufficiente controllare il rispetto de

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D.5. Muri di sostegno
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D.5.1. Limitazione delle tensioni di esercizio

La verifica delle sezioni a pressoflessione, effettuata con l’ipotesi dell’elasticità lineare e di resistenza a trazione nulla del conglomerato, deve soddisfare le seguenti condizioni in esercizio sotto la

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D.5.2. Verifiche allo stato limite ultimo

È sufficiente la verifica allo stato limite ultimo, con le azioni definite al punto 7 della Parte Generale e con la resistenza di calcolo valutata come indicato in 4.0.2. della Parte I, moltiplicando il coefficiente di sicurezza &g

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E. STRUTTURE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO, CON ARMATURA NORMALE O DI PRECOMPRESSIONE E CONFEZIONATO CON AGGREGATI LEGGERI ARTIFICIALI

Per le opere e gli elementi strutturali in conglomerato cementizio confezionato con aggregati leggeri artificiali cos&igra

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E.1. Calcestruzzo leggero strutturale

Si definisce calcestruzzo leggero strutturale, un conglomerato cementizio a struttura chiusa ottenuto sostituendo tutto o in parte l’inerte ordinario con aggregato

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E.2. Aggregato leggero
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E.2.1. Definizioni

Si definisce massa volumica media dei granuli il rapporto tra la massa del materiale essiccato ed il suo volume, delimitato dalla superficie dei g

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E.2.2. Caratteristiche dei granuli

Per granuli di argilla espansa e di scisti espansi si richiede:

- nel caso di argilla espansa: superficie a struttura prevalentemente chiusa, con esclusione di frazioni gran

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E.3. Composizione del calcestruzzo
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E.3.1. Definizioni

Il volume del calcestruzzo assestato è uguale alla somma dei volumi assoluti del cemento, degli aggregati, dell&rsq

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E.3.2. Acqua

L’acqua impiegata per l’impasto del calcestruzzo leggero è costituita da:

- acqua efficace: è quella contenuta nella pasta cementizia. Essa condiziona la lavorabilità e la resistenza del calcestruzzo leggero. A titolo orientativo,

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E.3.3. Aria occlusa

È misurata dai vuoti residui di assestamento dell’impasto ed ha un volume che può considerarsi mediame

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E.4. Confezione e posa del calcestruzzo
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E.4.1. Confezione

È opportuno eseguire una prova del mescolatore al fine di verificare l’idoneità per l’impasto previsto.

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E.4.2. Consistenza

Per disporre di sufficiente coesione ed evitare segregazioni, la consistenza dovrà essere “plastica” al

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E.4.3. Posa e compattazione

I getti devono essere eseguiti a strati di spessore limitato per consentirne la vibrazione completa ed evitare il fenomeno

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E5. Proprietà del calcestruzzo indurito

Data la estrema variabilità delle caratteristiche meccaniche del calcestruzzo leggero in funzione della sua composi

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E.5.1. Massa volumica

Si intende quella misurata a 28 giorni di stagionatura, determinata secondo la norma UNI 7548 -parte 2ª (giugno 1976)

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E.5.2. Resistenza caratteristica a compressione

È definita e va controllata come per il calcestruzzo normale secondo i criteri di cui all’Allegato 2 alle Nor

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E.5.3. Resistenza a trazione

Va determinata mediante prove sperimentali a trazione semplice, secondo le modalità di cui alle norme UNI.

Se la resistenza a trazione

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E.5.4. Modulo elastico

Il modulo elastico secante a compressione va determinato mediante sperimentazione diretta da eseguirsi secondo la norma UN

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E.5.5. Dilatazione termica

In mancanza di determinazione diretta, il coefficiente di dilatazione termica può assumersi pari a:

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E5.6. Ritiro

In mancanza di sperimentazione diretta, può farsi riferimento alle prescrizioni di cui al punto 2.1.6., Parte I, de

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E.5.7. Viscosità

In mancanza di sperimentazione diretta, può farsi riferimento alle prescrizioni di cui al punto 2.1.7., Parte I, de

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E.6. Norme di calcolo

Per strutture armate non è ammesso l’impiego di conglomerato leggero avente Rck <15 N/mm²

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E.6.1. Stato limite delle tensioni di esercizio

Valgono per le tensioni di esercizio i limiti contenuti al punto 4.3.2. della Parte I.

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E.6.2. Verifiche allo stato limite ultimo

E.6.2.1. Stato limite ultimo per sollecitazioni normali

Diagrammi di calcolo tensioni-deformazioni del calcestruzzo. Vale il diagramma parabola-rettangolo come definito per il calcestruzzo normale, con ordinata massima ridotta a:

0,80 fcd = 0,80(fck / γc)

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E.7. Disposizioni costruttive
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E.7.1. Tipi di armature metalliche ammissibili

Le armature ordinarie ammesse sono barre ad aderenza migliorata o reti elettrosaldate. Il diametro delle barre non deve su

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E.7.2. Ancoraggio delle barre

Valgono le prescrizioni di cui alle norme tecniche per il calcestruzzo normale, incrementando le lunghezze di ancoraggio e

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F. ANCORAGGI PER CAVI DA PRECOMPRESSIONE

Le presenti istruzioni si applicano a qualsiasi tipo di ancoraggio provvisorio o definitivo, fisso o “a tendere&rdqu

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F.1. Definizioni

Tirante elementare. Filo, breccia, trefolo, o barra bloccati singolarmente o in piccoli gruppi in un unico apparecchio di bloccaggio.

Cavo. Insieme di uno o più tiranti elementari contenuti in una guaina ed ancorati mediante un unico dispositivo di ancoraggio.

Bloccaggio. Dispositi

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F.2. Richiesta di accettazione

I produttori di ancoraggi devono depositare presso il Servizio tecnico centrale (come prescritto al punto 4.3.4.1., Parte I, delle Norme Tecniche) un’adeguata documentazione degli ancoraggi che intendono produrre.

Tale documentazione dovrà comprendere:

a) i disegni degli ancoraggi con la esatta indicazione delle dimensioni, dei materiali impiegati,

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F.3. Prove di accettazione

Le prove devono essere eseguite sotto il controllo di un laboratorio ufficiale.

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F.3.1. Prove di efficienza del bloccaggio (relative ad un determinato ancoraggio)

Le prove statiche e sotto carichi ripetuti dovranno essere eseguite per ogni ancoraggio di cui si richiede l’accettazione.


F.3.1.1. Caratteristiche del campione

a) Il campione, sia nelle prove statiche che sotto carichi ripetuti, consisterà di uno o più tiranti elementari, di lunghezza adeguata e comunque non inferiore a 1,50 m, bloccati ad una estremità nell’ancoraggio considerato.

b) Nel campione il numero di fili, trecce, trefoli o barre sarà quello massimo relativo all’ancoraggio considerato, con prelievo dell’acciaio dallo stes

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F.3.2. Prova di efficienza del complesso di ancoraggio

La prova dovrà essere eseguita su tutti i diversi tipi di ancoraggio compresi nel catalogo del produttore, inclusi gli eventuali ancoraggi fissi.

Per ogni tipo di ancoraggio la prova dovrà essere condotta sull’ancoraggio di potenza massima e su un altro ancoraggio scelto fra quelli di impiego più comune.


F.3.2.1. Caratteristiche del campione

a) Il campione consisterà in un ancoraggio immerso in un prisma armato a sezione rettangolare o quadrata, in modo da riprodurre le condizioni di lavoro di un blocco di testata standard.

b) Il rapporto tra ciascun lato dell’area di calcestruzzo effettivamente caricata dall’ancoraggio, centrato rispetto al prisma, e la corrispondente dimensione del prisma

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F.3.3. Prove di efficienza di apparecchi di giunzione

Gli apparecchi destinati alla giunzione di tiranti elementari o cavi devono essere sottoposti alle stesse prove richieste

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G. CONTROLLI IN CANTIERE E NELLE LAVORAZIONI INTERMEDIE

Vengono di seguito richiamate le procedure relative ai controlli da eseguirsi durante la fase esecutiva, allo scopo di verificare la conformità dei prodotti alle specifiche di progetto.

Al riguardo è da rammentare

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G.1. Acciai per c.a. normale e precompresso e per carpenteria metallica

Per tutti i prodotti in acciaio, occorre preliminarmente accertare:

- che i prodotti siano provvisti del marchio identificativo delle caratteristiche dell’acciaio e dello stabilimento di produzione;

- che ciascuna fornitura di acciaio per cemento armato normale e precompresso sia accompagnata da copia del certificato di verifica della qualità, siglata dal produttore che vi annoterà gli estremi della bolla di spedizione del materiale, conformemente a quanto prescritto al punto 2.2.8.2. parte I, e 2.3.3.1. parte I del D.M. 9.1.96;

- che ciascuna fornitura di acciaio

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G.1.1. Trasformatori intermedi

I trasformatori intermedi (quali ad esempio officine di raddrizzamento di armature avvolte in rotoli e matasse, presagomatori di acciai per c.a., assemblatori di gabbie di armatura, produttori di cavi da c.a.p., officine di

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G.2. Manufatti prefabbricati

Relativamente ai manufatti prodotti in serie, si evidenzia che conformemente a quanto indicato nella Parte Terza del D.M. 9.1.96, ogni fornitura deve essere corredata, oltre che dai disegni del manufatto e dall’indicazione delle sue caratteristiche d’impiego (ultimo comma art. 9 legge 1086/1971), anche da apposito certificato di origine firmato

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G.3. Blocchi per solaio

Si rammentano le prescrizioni di cui ai punti 7.1.3.4., 7.2.2 e 7.2.5. delle Norme Tecniche relative ai controlli delle ca

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H. COLLAUDO STATICO

Si ricorda che gli adempimenti formali e tecnici relativi al collaudo statico sono sostanzialmente indipendenti dai metodi

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H.1. Metodo delle tensioni ammissibili

La condizione di prova ha lo scopo di indurre le massime sollecitazioni di progetto nell’elemento strutturale prescelto (o negli elementi

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H.2. Metodo agli stati limite

La condizione di prova ha lo scopo di indurre le massime sollecitazioni di esercizio nell’elemento strutturale presc

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I. QUALIFICAZIONE DEGLI ACCIAI (PER C.A. NORMALE, PER PRECOMPRESSIONE, PER CARPENTERIA METALLICA)
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I.1. Premessa

Tutti i prodotti in acciaio il cui impiego è disciplinato dalle Norme Tecniche in argomento debbono essere qualificati all’origine.

I prodotti qualificati sono, a tal fine, sottoposti nello stabilimento di produzione ad una serie sistematica di controlli delle caratteristiche fisiche, meccaniche, tecnologiche ed, ove previsto, chimiche.

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I.2. Iter per la qualificazione all’origine degli acciai
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I.2.1. Oggetto della qualificazione

Non sono ammessi alla qualificazione prodotti ottenuti da laminazione di rottame o di materiale deviato da altri impieghi.

La procedura di qualificazione si applica ai prodotti di seguito indicati:


I.2.1.1. Acciaio da cemento armato normale (Norme tecniche - parte prima, punto 2.2)

- Acciai laminati a caldo ed eventualmente trattati al calore di laminazione forniti in barre dritte o in rotolo nelle qualità Fe B 22K ed Fe B 32K, come caratterizzati dal prospetto 1.I, saldabili e non saldabili secondo quanto indicato al punto 2.2.6.

- Acciai laminati a caldo ed eventualmente trattati al calore di laminazione forniti in barre dritte o in rotolo nelle qualità Fe B 38K ed Fe B 44K, come caratterizzati dal prospetto 2.I, saldabili e non saldabili secondo quanto indicato al punto 2.2.6. e con le caratteristiche di aderenza descritte e fissate nell’Allegato 6.

- Acciai trafilati (o laminati) a freddo in fili, di diametro compreso tra 5 e 12 mm, lisci e nervati, caratterizzati come dal prospetto 3.I, saldabili e, se nervati, con le caratteristiche di aderenza descritte e fissate nell’Allegato 6.

- Reti e tralicci elettrosaldati, caratterizzati come da prospetto 4.I, ottenuti industrialmente per saldatura elettrica da fili elementari saldabili.


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I.2.2. Modalità di qualificazione

Sia per le nuove richieste di qualificazione, sia per le verifiche periodiche delle qualificazioni stesse, il servizio tec

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I.2.3. Decadenza della qualificazione per assenza di produzione

Per quanto concerne gli acciai da cemento armato normale e da precompressione, una sospensione della produzione di un determinato prodotto per un periodo ug

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I.2.4. Certificati di prova

Le prove di qualificazione e le prove periodiche di verifica della qualità sono eseguite dai laboratori ufficiali di cui al 1° comma dell’art. 20 della legge 1086/1971.

I relativi certificati eme

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I.2.5. Conformità statistica

Per quanto concerne la conformità statistica, ferma restando la facoltà del produttore di utilizzare metodi

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I.3. Lamiere grecate e profilati formati a freddo

I prodotti di cui al IV capoverso del punto 2.0. (Parte seconda) delle Norme Tecniche (elementi di lamiera grecata, profilati formati a freddo, ivi compresi i profilati cavi saldati non sottoposti a successive deformazioni o trattamenti termici) debbono essere realizzati utilizzando lamiere o nastri di origine

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I.4. Prescrizioni per il commercio

I commercianti sono tenuti ad assicurare una gestione fisicamente distinta dei materiali qualificati e tra questi ed event

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I.5. Prodotti provenienti da paesi extra comunitari

È necessario che il produttore estero, con sede ed unità produttiva al di fuori della Comunità Europe

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L. RACCOMANDAZIONI RIEPILOGATIVE SUL CONTROLLO DEI MATERIALI E PRODOTTI

Sulla base di tutto quanto precede, non può non ribadirsi l’assoluta necessità che tutto il processo di produzione, qualificazione, controllo ed accettazione dei materiali destinati alle opere di ingegneria strutturale si evolva secondo le prescrizioni fissate dalle norme e secondo le indicazioni e disposizioni supplementari fornite con la presente circolare.

Pertanto tutti gli operatori (committenti, produttori, importatori, commercianti del settore, imprese, direttori dei lavori, laboratori, uffici di controllo, collaudatori), ciascuno per la propria sfera di competenza, vorranno rispettare, ed esigere il rispetto delle prescrizioni suddette.

In particolare:

- ai produttori di acciaio si rammenta la necessità di depositare con la dovuta tempestività presso il Servizio tecnico centrale la documentazione occorrente per il mantenimento della qualificazione; si rammenta altresì l&rs

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