FAST FIND : NN871

Circ. Min. LL.PP. 24/05/1982, n. 22631

Istruzioni relative ai carichi, sovraccarichi ed ai criteri per la verifica di sicurezza delle costruzioni.
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Parte I - Verifica di sicurezza delle strutture
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1. Criteri generali di verifica
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1.1. Campo di applicazione

Le presenti istruzioni riguardano le costruzioni ad uso ci vile ed industriale. l metodi generali di

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1.2. Unità di misura

Il sistema di unità di misura è il Sistema internazionale di unità, denominato c

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1.3. Materiali

Per le proprietà dei materiali e la loro determinazione si rinvia alle prescrizioni di cui all

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1.4. Scopo delle verifiche di sicurezza

Scopo delle verifiche è di garantire che l'opera sia in grado di resistere con adeguata sicure

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1.5. Metodi di verifica

I metodi di verifica ammessi dalle presenti norme sono:

a) il «metodo delle tensioni ammissibili»;

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2. Metodo semiprobabilistico agli stati limite
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2.1. Introduzione al principi generali
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2.1.1. Premessa

Secondo il metodo "semiprobabilistico agli stati limite" la sicurezza nei riguardi delle condizioni r

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2.1.2. Definizione degli stati limite

Si definisce "stato limite" uno stato raggiunto il quale, la struttura o uno dei suoi elementi costitutivi, non può più assolvere la sua funzione o non soddisfa più le condizioni per cui è stata concepita.

Gli stati limite si suddividono in due categorie:

a) stati limite ultimi, corrispondenti al valore estremo della capacità portante o comunque al raggiungimento di condizioni estreme;

b) stati limite di esercizio, legati alle esigenze di impiego normale e di durata.

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2.1.3. Verifiche da effettuare

Occorre effettuare, con riferimento a quanto esposto nel punto precedente:

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2.1.4. Azioni da considerare nelle verifiche

Per la determinazione delle sollecitazioni S N1 nei vari stati limite, si deve tener conto delle seguenti azioni F

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2.2. Metodologia probabilistica
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2.2.1. Applicazione dei concetti probabilistici

Il raggiungimento di uno stato limite può essere provocato dall'intervento concomitante di vari fattori di carattere aleatorio derivanti dalle incertezze relative:

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2.2.2. Procedimenti operativi del metodo semiprobabilistico

II metodo semiprobabilistico, qui adottato, prevede:

a) l'introduzione dei "valori caratteristici" (come definiti al punto 2.3.) per tutte le grandezze delle quali si vuole mettere in conto il carattere aleatorio, e in ogni caso per:

- le resistenze c

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2.2.3. Dimensioni geometriche, moduli elastici e coefficienti di dilatazione termica di materiali

In prima approssimazione le dimensioni geometriche, i valori dei moduli elastici dei materiali (E, G)

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2.3 Valori caratteristici
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2.3.1. Resistenze caratteristiche dei materiali

Le resistenze caratteristiche dei materiali sono, per definizione, i frattili N3 di ordine 0,05 delle rispettive distribuzioni statistiche.

In mancanza di specifiche indagini sperimentali, tali distribuzioni si possono ritenere normali. Le resistenze caratteristiche fk si calc

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2.3.2. Azioni caratteristiche

Il valore caratteristico delle azioni permanenti è il frattile di ordine 0,95 ovvero quello di ordine 0,05 delle relative distribuzioni statistiche (indicati Fx e F'k rispettivamente), a seconda che i valori rilevanti ai fini della sicurezza siano quelli più elevati ovvero quel

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2.3.3. Valore caratteristico delle forze di pre-tensione

Quando si possono assimilare gli effetti della pre-tensione ad un insieme di forze esterne, l'intensità caratteristica d

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2.4. Valori di calcolo
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2.4.1. Resistenza di calcolo dei materiali

Le resistenze di calcolo fd sono definite mediante l'espressione:

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2.4.2. Combinazioni di carico
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2.4.2.1. Combinazioni di carico per stati limite ultimi

Le formule di combinazione qui indicate hanno carattere orientativo e possono applicarsi a costruzioni civili o industriali di tipo corrente per le quali non esistano regolamentazioni specifiche.

Si adotteranno le combinazioni del tipo:

(5)

assumendo per i coefficienti γf:

γg = 1,5 (1,0 se il suo contributo aumenta la sicurezza);

γp = 0,85 (1,2 se il suo contributo diminuisce la sicurezza);

γq = 1,5 (0 se il suo contributo aumenta la sicurezza);

ed essendo:

Gk il valore caratteristico delle azioni permanenti;

Pk il valore caratteristico della forza di precompressione;

Q1k il valore dell'azione di base di ogni combinazione;

QiK i valori caratteristici delle azioni variabili tra loro

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2.4.3. Modifica dei livelli di sicurezza

Le normative specifiche assegneranno ai coefficienti γm e γo valori tali che, in unione ai valori dei coefficienti γf indica ti al paragrafo 2.4.2.1., ne risultino livelli usualmente accettati di probabilità di raggiungimento dello stato limite ultimo per il previsto periodo di utilizzo della struttura. Qualora per certe strutture il raggiungimento di tal

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2.4.4. Stati limite di corrosione e di degrado tecnologico

In mancanza dì prescrizioni specifiche, i tecnici responsabili devono impartire istruzioni di

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Parte II - Azioni sulle costruzioni
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1. Generalità sulle azioni

I dati riportati sono relativi alle azioni da assumersi nel calcolo delle costruzioni, per le quali non siano vigenti norme specifiche; in particolare si rimanda all'apposita regolamentazione per i ponti stradali e ferroviari, pe

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2. Pesi di materiali e di elementi costruttivi

In mancanza di accertamenti specifici i pesi degli elementi costruttivi dovranno essere assunti conformi ai dati di cui ai prospetti 2.I., 2.II. e 2.III.; in questi si riportano i dati medi unitari, rispettivamente, per materiali da costruzione e in deposito, per materiali insilabili e per elementi costruttivi. Particolare attenzione deve esere rivolta ai casi in cui il peso proprio delle strutture e dei materiali gravanti su queste sia determinante ai fini della sicurezza, casi nei quali è consigliabile una determinazione diretta.

Per gli orizzontamenti delle ordinarie case di abitazione, il carico costituito da tramezzi di peso minore di 1,50 KN/m3 potrà essere ragguagliato ad un carico uniformemente distribuito sul solaio pari a 1,5 volte il peso complessivo della tramezzatura, sempreché vengano adottate le misure costruttive atte ad assicurare un'adeguata distribuzione del carico.


Materiali

Peso dell'unità di volume (kN/m3)

A) Laterizi stivati


Mattoni pieni comuni

17,00

Mattoni semipieni

13,00

Mattoni forati

8,00

Mattoni refrattari

20,00

B) Legnami


Abeti, acero, castagno ciliegio, duginale, larice, mogano, olmo, pini, pioppi, pino rigido, salici

6,00

Carpini, faggio, frassino, noce, querce, robinia, teak

8,00

Bosso, ebano

12,00

C) Metalli


Acciaio

78,50

Alluminio

27,00

Bronzo

88,00

Ghisa

72,50

Leghe di alluminio

28,00

Magnesio

18,00

Nichelio

88,00

Ottone

86,00

Piombo

114,00

Rame

80,00

Stagno

73,00

Zinco

72,00

D) Prodotti agricoli


Erba fresca sciolta

4,00

Farina in sacchi

5,00

Fieno sciolto

0,70

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3. Sovraccarichi

Salvo casi particolari in cui l'azione dei carichi dinamici deve essere debitamente valutata, tutti i

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3.1. Carichi di esercizio

L'entità dei carichi verticali, comprensivi degli effetti dinamici ordinari, quando non sia diversamente precisato, possono desumersi dal prospetto 3.1.

Per officine con servizio pesante, autorimesse, magazzini ed altri locali destinati a portare caric

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3.1.2.

I parapetti saranno calcolati in base ad una spinta orizzontale sul corrimano di 1,20 KN/m, quando si tratti di parapetti esposti alla spinta della folla (locali pubblici), riducibile a 0,80 KN/m per i locali di abitazione. Maggiorazioni adeguate devono essere previste in casi particolari, quali ad esempio tribune.


PROSPETTO 3.I. - CARICHI D'ESERCIZIO


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3.2. Neve
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3.2.1.

Il carico di neve è determinato in base alle condizioni locali di clima e di esposizione, cons

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3.2.2.

In ogni caso per località ad altitudine non maggiore di 300 m il carico di neve al metro quadrato di proiezione orizzontale della costruzione non dovr

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3.2.3.

Nelle coperture con inclinazione uguale o maggiore di 60° sull'orizzontale, quando il materiale d

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3.2.4.

Si dovrà tener conto dell'eventuale formazione di sacche di neve, ad esempio in corrispondenza

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3.3. Spinta delle terre e dei materiali insilati

Nel calcolo delle spinte delle terre e dei materiali insilati si utilizzeranno i valori dei paesi del

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3.4. Vento
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3.4.1. Azioni del vento

Le azioni del vento si suppongono, di regola, di carattere statico. Peraltro in particolari tipi costruttivi, il vento può dar luogo a fenomeni dinamici di cui occorrerà tener debito conto in sede di progetto (vedasi 3.4.4.).


3.4.1.1.

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3.4.2. Pressione cinetica q

La pressione cinetica per altezza di 20 m dal suolo N4 assume di regola i valori indicati nel prospetto 3.II., relativamente alle quattro zone in cui convenzionalmente è stata divisa l'Italia. Tali valori possono essere variati, in casi particolari se le condizioni locali di clima e di esposizione appaiono giustificatamente differenziate rispetto alle condizioni medie di ventosità della zona.


PROSPETTO 3.II.


Zona

1

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3.4.3. Coefficienti di esposizione e di forma

In assenza di più precise determinazioni si assumeranno i valori riportati ai punti seguenti.


3.4.3.1.

Edifici a pianta rettangolare con coperture piane, a falde inclinate, curve.

Per la valutazione della pressione esterna, per superficie di area maggiore di 15 m2, si assumerà (vedere figura 3-5 e 3-6):




- per elementi sopravvento (cioè direttamente investiti dal vento) con inclinazione sull'orizzontale a * 60°:

ce = + 0,8

- per elementi sopravvento, con inclinazione sull'orizzontale 20° < α < 60°:

ce = + 0,03 α – 1 (α in gradi)

- per elementi sopravvento con inclinazione sull'orizzontale 0° ≤ α ≤ 20° e per elementi sottovento (intendendo come tali quelli non direttamente in vestiti dal vento o quelli investiti da vento radente):

ce = – 0,4

Per la valutazione della pressione interna, per superficie di area maggiore di 15 m2, si assumerà (vedere figura 3-6):


- per costruzioni completamente stagne:

ci = 0

- per costruzioni non stagne:

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3.4.4. Effetti dinamici

3.4.4.1. Generalità

In particolari tipi costruttivi il vento può dare luogo a fenomeni dinamici. Questi possono indurre nella struttura uno stato di sollecitazione più pericoloso di quello determinabile sulla base delle azioni statiche definite al punto 3.4.1. Bisognerà pertanto determinare se gli effetti dinamici risultino maggiori o minori di quelli statici.

Per talune strutture (edifici alti, ciminiere, antenne, tralicci) gli effetti dinamici possono essere valutati secondo quanto indicato al punto 3.4.4.2. Per altre strutture non riconducibili a schemi semplici (coperture di grande luce, cavi, ponti sospesi) si raccomanda una analisi teorica apposita o, se del caso, una adeguata indagine sperimentale.


3.4.4.2. Criteri di calcolo

La pressione dinamica PD agente in corrispondenza della generica quota h della costruzione si calcola mediante la formula:


PD= q ϑ (1 + ζ τ)


dove:

q è la pressione cinetica valutata in corrispondenza della quota h secondo quanto prescritto ai punti 3.4.1., 3.4.2., 3.4.3.

ζ è il coefficiente dinamico, funzione del periodo proprio T de l primo modo di vibrare della struttura.

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3.4.5. Effetti geometrici

In alcune strutture particolarmente snelle (torri, ciminiere, ecc.) i carichi verticali possono causa

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3.4.6. Effetti di risonanza

Nelle costruzioni a sezione circolare o poligonale regolare si può verificare una situazione di risonanza dovuta al distacco di una scia ordinata di vortici alternativi (scia di Karman), in corrispondenza di una ben precisa velocità del vento detta velocità critica. La formazione di tale scia è possibile solo se le superfici della costruzione sono sufficientemente lisce e d'altra parte la risonanza della struttura non può avvenire se non in presenza di vento con velocità sensibilmente costante nel tempo. Per tali ragioni si ammette convenzionalmente che non si possa parlare di pericoli di risonanza se la velocità critica è superiore a 25 m/s e se la costruzione ha superfici scabre o non continue quali quelle formate da reticoli di aste.

In mancanza di più precise determinazioni si procederà alla verifica di risonanza come indicato nel seguito.

- Si determina la velocità critica del vento che può ingenerare la scia alternata con la formula:

dove

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4. Variazioni termiche

Si dovrà tener conto della variazione termica più sfavorevole rispetto alla temperatura ambiente all'atto dell'esecuzione dell'opera; nei casi ordinari, in mancanza di dati più precisi, si potrà ammettere che gli scarti di temperatura rispetto a quella media locale siano di ± 25 °C per le strutture in acciaio e di ± 15 °C per le strutture in c.a. e c.a.p., di rettamente esposte alle azioni atmosferiche; e di ± 15 "C per le strutture di acciaio e ± 10"C per le strutture di c.a., e c.a.p. per opere non direttamente esposte.

In generale la variazione di temperatura potrà essere considerata uniforme per tutte le membrature di una costruzione: qualora però siano prevedibili differenze sensibili di temperatura tra i singoli elementi per la diversità di esposizione ed altro, ne dovrà essere tenuto debito conto.

Quando per una stessa membratura esistano variazioni di temperature diverse in corrispondenza dell'intradosso e dello estradosso, si ammetterà, in generale, una distribuzione della variazione di temperatura di tipo lineare.

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5. RITIRO

Per le costruzioni in conglomerato cementizio armato normale e precompresso, quando non si ricorra ad additivi speciali, si dovrà tener conto del ritiro del calcestruzzo mediante un coefficiente di contrazione al quale, in mancanza di dete

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6. FENOMENI VISCOSI

Nei casi in cui è prescritto tener conto delle deformazioni viscose, e così pure nei ca

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7. CONDIZIONI DI CARICO
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7.1.

Le condizioni di carico da considerare nel metodo di verifica agli stati limite sono quelle di cui al

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7.2.

Nell'applicazione dei metodi di verifica delle tensioni ammissibili previsti dalle Norme tecniche ai sensi dell'art. 21 della legge 05/11/1971, n. 1086 si considerano le seguenti condizioni di carico:

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ALLEGATO 1 ALLA PARTE I
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a) Coefficienti γm per la verifica allo stato limite ultimo delle membrature semplicemente inflesse
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a.1.) Strutture in cemento armato

Le resistenze di calcolo fd si valutano mediante l'espressione:


assumendo per il coefficiente γm i valori indicati nel prospetto A.1.

In particolare la resistenza di calcolo del calcestruzzo risulta pari a:

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a.2) Strutture in acciaio

a.2.1.) Stato limite elastico della sezione (stato limite ultimo convenzionale)

Si assume che gli effetti delle azioni di calcolo prescindendo dai fenomeni di instabilità, ma comprendendovi le maggiorazioni per gli effetti dinamici, non comportino in alcun punto il superamento della deformazione unitaria corrispondente al limite elastico del materiale.

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b) Coefficienti γo

di regola si assumerà γo = 1

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