FAST FIND : NR17554

Circ.Ass.R. Sicilia 09/03/2006, n. 7

Codice dei beni culturali e del paesaggio, parte prima e seconda: beni culturali - modalità di applicazione da parte della Regione siciliana.
Scarica il pdf completo
34712 425301
[Premessa]



L'1 maggio 2004 è entrato in vigore il Codice dei beni culturali e del paesaggio, approvato con decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, R in esecuzione della delega contenuta nell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137.

La prima attuazione della riforma ha suggerito al Governo di apportare alcune modifiche al testo normativo, di prossima emanazione, per meglio chiarire la portata di alcune disposizioni allo scopo di agevolarne l'attuazione.

Esse peraltro non alterano l'impianto e la funzione complessiva del Codice, nato dall'esigenza

IL CONTENUTO COMPLETO E' RISERVATO AGLI ABBONATI.
34712 425302
1) Parte prima - Disposizioni generali

Ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137, che ha delegato l'Esecutivo ad adottare il Codice e le sue successive integrazioni, tra i principi fondamentali della riforma rilevano lo snellimento e abbreviazione dei procedimenti e, fermi restando gli attuali strumenti di tutela, evitare ulteriori restrizioni alla proprietà privata. Dal che originano le significative innovazioni che il Codice dei beni culturali e del paesaggio ha apportat

IL CONTENUTO COMPLETO E' RISERVATO AGLI ABBONATI.
34712 425303
2.1) PARTE SECONDA, TITOLO PRIMO - I BENI CULTURALI: LA TUTELA

Il Codice reca una decisa estensione oggettiva e soggettiva del campo della tutela dei beni culturali: e ciò anche se la legge si muove nel solco della tradizione, sia nella parte in cui conferma la necessità che i beni sottoposti a tutela abbiano comunque natura giuridica reale, sia laddove prevede l'esistenza di un certo grado di interesse culturale per sottoporre a salvaguardia i singoli beni, sia, infine, quando dispone una diversa configurazione del regime di tutela a seconda che il titolare del bene di interesse pubblico sia pubblico ovvero privato.

A questo riguardo, vengono introdotte norme di particolare rigore a salvaguardia del patrimonio culturale degli enti pubblici, territoriali e no, e delle persone giuridiche private non aventi fini di lucro (e cioè, associazioni riconosciute e fondazioni).

Le disposizioni contenute negli articoli 10 e 12 del Codice rendono giustizia, infatti, del clima di incertezza creato dalle pronunzie giurisprudenziali che, in ragione dell'indeterminatezza delle norme precedenti, di vetusta concezione, avevano finito per escludere che il patrimonio degli enti pubblici e delle persone giuridiche pubbliche fosse sottoposto a "presunzione ex lege di culturalità", con la conseguenza che tutti questi beni, per essere protetti, dovevano essere oggetto di una notifica puntuale, per quanto non necessariamente esaustiva, del loro concreto interesse culturale.

Detti effetti negativi, come detto, sono destinati a venir meno stante che il Codice ha stabilito che tutte le cose immobili e mobili che appartengono agli enti summenzionati sono beni culturali sino a quando non sia stata posta in essere un'apposita verifica (art. 12) che escluda l'interesse culturale di questi beni e che deve essere condotta nel rispetto degli indirizzi di carattere generale dettati dal Ministero, di concerto con l'Agenzia per il demanio, giusta decreto 25 gennaio 2005, contenente i criteri e le modalità per la verifica dell'interesse culturale degli immobili appartenenti alle persone giuridiche private senza scopo di lucro, e decreto 6 febbraio 2004, modificato con decreto 28 febbraio 2005, riguardanti entrambi la verifica dei beni immobili appartenenti ad enti pubblici.

La situazione non cambia, si badi, quando l'ente o la persona giuridica muta natura giuridica, con la conseguenza che, in caso di "privatizzazione" di un ente pubblico il regime di salvaguardia del suo patrimonio culturale non subisce diminuzioni, a differenza di quanto succedeva prima dell'entrata in vigore del Codice (art. 13).

Gli effetti sono apparentemente analoghi a quelli del vecchio regime degli elenchi di cui alla legge del 1939, ma del tutto diverso è lo spirito sotteso alla disposizione in esame, se è vero, come è vero, che il Ministro dei beni e delle attività culturali ha già adottato a febbraio del 2005 i primi indirizzi per effettuare le verifiche: è stata attivata presso il Ministero una banca dati informatizzata, costruita insieme all'Agenzia del demanio, alla quale affluiranno i dati degli enti interessati.

IL CONTENUTO COMPLETO E' RISERVATO AGLI ABBONATI.
34712 425304
2.2) I BENI CULTURALI: VIGILANZA E ISPEZIONE

Nella Regione siciliana, la vigilanza di tutto il patrimonio culturale è esercitata dalle soprintendenze per i beni culturali ed ambientali (art. 13, legge regionale n. 80/77), organi periferici dell'Assessorato (art. 11, legge regionale n. 80/77).

La vigilanza di beni culturali si espleta mediante le misure di protezione e di conservazione.

Fanno parte delle misure di protezione specifici divieti e i poteri, attribuiti ai soprintendenti, di ispezione e di autorizzazione, nonché di adottare misure cautelari e preventive.

I divieti riguardano gli stessi interventi che erano inibiti in passato e che continuano a essere vietati, quali la distruzione o il danneggiamento di beni culturali, il loro utilizzo secondo modalità che mettano in pericolo la loro conservazione ovvero che siano incompatibili con il loro carattere storico o artistico.

È inoltre vietato lo smembramento degli archivi (art. 20).

Il potere di ispezione dei beni culturali, ai sensi del nuovo Codice, è di portata generale e si attesta ai soprintendenti competenti. Nel rispetto delle norme sulla tutela della riservatezza, le ispezioni sono sottoposte, in via ordinaria, all'obbligo di preavviso di almeno 5 giorni (art. 19).

Gli interventi soggetti ad autorizzazione da parte dei soprintendenti sono aumentati e sono stati meglio definiti (art. 21 e succ.).

In aggiunta alle opere e agli interventi previsti dall'abrogato decreto legislativo n. 490/99, sono così sottoposti ad autorizzazione (la quale, al di fuori delle situazioni d'urgenza di cui all'art. 27, è sempre necessariamente preventiva):

- la ricostituzione di un bene culturale;

- lo smembramento non solo delle collezioni, ma anche delle "raccolte" e delle "serie" di beni culturali;

- l'utilizzo a fini pubblicitari delle coperture dei ponteggi predisposti per l'esecuzione di interventi di conservazione di immobili sottoposti a tutela. Questo utilizzo non può eccedere la durata dei lavori e a tal fine, alla richiesta di nulla osta, da presentare alla competente soprintendenza, deve essere allegato il contratto di appalto dei lavori medesimi (art. 49, u.c.).

Sono state apportate alcune modifiche e precisazioni alle disposizioni in tema di procedimento autorizzativo, e precisamente:

- lo spostamento di un bene culturale privato da una dimora a un'altra del detentore è sempre so

IL CONTENUTO COMPLETO E' RISERVATO AGLI ABBONATI.

Dalla redazione

  • Beni culturali e paesaggio
  • Ambiente, paesaggio e beni culturali

Le norme per la tutela degli alberi monumentali

A cura di:
  • Alfonso Mancini
  • Ambiente, paesaggio e beni culturali
  • Beni culturali e paesaggio
  • Appalti e contratti pubblici
  • Partenariato pubblico privato

La sponsorizzazione nei contratti pubblici

A cura di:
  • Enzo De Falco
  • Ambiente, paesaggio e beni culturali
  • Edilizia e immobili
  • Beni culturali e paesaggio
  • Edilizia privata e titoli abilitativi

Manufatti leggeri, anche prefabbricati, temporanei e contingenti

MANUFATTI LEGGERI E/O PREFABBRICATI (Interventi soggetti alla richiesta di Permesso di costruire; Interventi nell’ambito di strutture ricettive all’aperto) - MANUFATTI TEMPORANEI, CONTINGENTI O PRECARI (Distinzione tra manufatti realizzabili liberamente e richiedenti Permesso di costruire; Caratteristiche dalle quali desumere la precarietà e temporaneità del manufatto; Strutture destinate all’esercizio di attività di somministrazione) - TABELLA RIASSUNTIVA - RASSEGNA DI CASI GIURISPRUDENZIALI.
A cura di:
  • Redazione Legislazione Tecnica
  • Ambiente, paesaggio e beni culturali
  • Beni culturali e paesaggio

Il Restauratore dei beni culturali: figura, qualifica, attività riservate

ACQUISIZIONE DELLA QUALIFICA E ATTIVITÀ DEL RESTAURATORE (Le norme iniziali, poi abrogate, della Legge Merloni e dei decreti attuativi; Riconoscimento della qualifica nel Codice dei beni culturali e nei decreti attuativi; Elenco dei restauratori per settori di competenza; La figura del Restauratore di beni culturali nelle norme sui lavori pubblici) - FASE TRANSITORIA DI ACQUISIZIONE DELLA QUALIFICA (Normativa di riferimento sulla fase transitoria; Linee guida applicative e bando definitivo del 22/06/2015).
A cura di:
  • Dino de Paolis
  • Appalti e contratti pubblici
  • Ambiente, paesaggio e beni culturali
  • Programmazione e progettazione opere e lavori pubblici
  • Requisiti di partecipazione alle gare
  • Beni culturali e paesaggio

I lavori pubblici su beni culturali

NORMATIVA DI RIFERIMENTO (Ambito di applicazione e contenuti del D.M. 154/2017; Entrata in vigore del D.M. 154/2017 e abrogazioni, possibile vuoto normativo in tema di progettazione) - REQUISITI DI QUALIFICAZIONE DEI SOGGETTI ESECUTORI (Idoneità tecnica - Certificazione dei lavori eseguiti; Qualificazione per affidamenti di importo inferiore a 150.000 euro; Idoneità tecnica - Idonea direzione tecnica; Mantenimento dei requisiti di qualificazione) - PROGETTAZIONE E DIREZIONE LAVORI (Progettazione; Direzione lavori e supporto al RUP; Tecnici interni alle stazioni appaltanti; Elaborati progettuali; Verifica dei progetti) - AFFIDAMENTO (Modalità di affidamento, procedure e criteri di scelta del contraente; Somma urgenza) - ESECUZIONE E COLLAUDO DEI LAVORI (Varianti; Collaudo; Consuntivo scientifico al termine dei lavori) - SPONSORIZZAZIONE.
A cura di:
  • Redazione Legislazione Tecnica