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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
Il restauro del Castello di Montecchio Vesponi a Castiglion Fiorentino (AR) con un solaio antisismico piano di tipo Solaio Compound
Il castello di Montecchio Vesponi, un luogo simbolo della sostenibilità del futuro che accoglie gli insegnamenti del passato.
Montecchio sorge su di un colle ai margini della Val di Chiana e le alte mura che lo proteggono consentivano di resistere agli assedi dei nemici. Nel 2006 un gruppo di archeologi inizia gli scavi che porteranno alla luce parte dell'antico borgo nascosto. Nel 2009 Montecchio, nel recupero dei ruderi, diventa un esempio di progetto sostenibile. La proprietà Dott.ssa Orietta Floridi Viterbini ha sostenuto personalmente tutte le spese dell'intervento sia per la parte degli scavi che per il restauro.
Le campagne di scavi archeologici durate ben cinque anni hanno portato alla luce le vecchie strutture abitative sepolte, i fondi delle abitazioni, i loro ingressi, la chiesa con le sue sepolture e numerosi reperti oggetto di studio.
Nelle campagne di scavo archeologico, dopo le fasi preliminari di ripulitura dalla vegetazione, e stato asportato l’humus.
Tale operazione ha portato all’identificazione di una serie di stati costruiti da terra frammista a pietre, i quali sono stati interpretati come azioni di livellamento dell’area, probabilmente a scopo agricolo. Dopo l’asportazione di tali depositi sono stati individuati i muri perimetrali di tre nuovi ambienti (Ambiente D, Ambiente F e Ambiente E).
Tali murature sono costituite da elementi litici non lavorati, nella maggior parte legati con terra e, più raramente, con malta.
Nella parte ovest le fondamenta dei suddetti edifici poggiano sulla rasatura del muro di cinta del castello: questo sembrerebbe indicare che la loro costruzione è avvenuta in un momento cronologico in cui il castrum di Montecchio avevo perso gran parte della propria funzione difensiva.
L'intervento di oggi vuole dunque conservare in superficie l'immagine ottocentesca (tutta ancora da studiare e comprendere) e riscoprire l'edilizia medievale sepolta dalla storia.
Il lavoro ha dunque previsto di mantenere le strutture emerse, integrarle ove mancavano le porzioni di tessitura muraria e ricoprire gli ambienti con un solaio antisismico piano di tipo Solaio Compound finito a giardino pensile.
La scelta del tipo di solaio con travetti e voltine in laterizio superiore ai carichi di legge soddisfa non solo il requisito del rispetto della normativa in materia antisismica di edifici vincolati ma anche la necessità di un utilizzo pedonabile della copertura che, con il giardino pensile, ritorna ad essere utilizzata per eventi e manifestazioni.
L'immagine finale aerea resterà la Montecchio romantica arrivata ai giorni nostri, ma un sistema di scale ci farà scendere sottoterra ritrovando gli ambienti originali del castello con le vecchie canalizzazioni delle acque recuperate come teche espositive dei reperti restaurati e catalogati.
Le integrazioni murarie saranno intonacate per distinguerle dagli antichi muri in pietra restaurati.
Questo intervento di conservazione legge la storia per imparare a rendere più sostenibile il nostro futuro anche nel restauro di edifici vincolati.
L'acqua meteorica del giardino viene recuperata come allora in cisterne di raccolta per l'irrigazione del castello, la copertura verde isola termicamente come un cappotto la struttura interrata mediante un pacchetto di tetto giardino semi-intensivo.
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