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04/09/2018

Sicilia: approvato l’atto di indirizzo sull’equo compenso

Anche la Regione Sicilia, dopo Toscana e Calabria, ha approvato un atto di indirizzo sull'equo compenso per i professionisti. La D.G.R. Sicilia n. 301 del 28/08/2018 contiene, altresì, una sorta di vademecum per gli enti al fine di individuare la giusta remunerazione.

Con la Delib. G.R. n. 301 del 28/08/2018 la Regione Sicilia ha approvato un atto di indirizzo, per gli assessorati regionali e gli enti locali, in materia di acquisizione dei servizi professionali.
Il testo della deliberazione fa specifico riferimento all’articolo 19-quaterdecies del D.L. 16/10/2017, n. 148 che ha esteso il principio, definito “dell’equo compenso” alle prestazioni rese da tutti i professionisti definendo "vessatorie, le clausole del contratto di affidamento che consentono al committente di pretendere prestazioni aggiuntive a titolo gratuito".

Specificamente, l’atto di indirizzo indica quali sono i decreti ministeriali da applicare per le varie categorie professionali: avvocati, commercialisti, notai e assistenti sociali, consulenti del lavoro, sanitari ed infine per le professioni tecniche (agrotecnico, architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore, biologo, chimico, dottore agronomo e dottore forestale, geometra e geometra laureato, geologo, ingegnere, perito agrario, perito industriale, tecnologo alimentare) per le quali “trovano applicazione le tabelle del decreto del Ministro della Giustizia 17 giugno 2016 (Approvazione delle tabelle dei corrispettivi commisurati al livello qualitativo delle prestazioni di progettazione adottato ai sensi dell'articolo 24, comma 8, del decreto legislativo n. 50 del 2016)”.

La delibera, inoltre stabilisce che "nella impostazione degli atti delle procedure concorsuali di individuazione del contraente, i compensi (come individuati dai decreti ministeriali) sono utilizzati quale criterio o base di riferimento per determinare l’importo base di gara”; in buona sostanza non sarà possibile partecipare ad una gara pubblica offrendo prestazioni per cifre al di sotto di quelle indicate dal parametro ministeriale e, al contempo, anche la P.A. dovrà far riferimento al compenso stabilito dai vari decreti.

Infine, la deliberazione ha ribadito l’illegittimità della fissazione di criteri di valutazione delle offerte che possano alterare l’equilibrio tra le prestazioni e il compenso (quali, ad esempio, la prestazione di servizi aggiuntivi a titolo gratuito) e il divieto di predisposizione di clausole vessatorie.
 

Dalla redazione