TERRE E ROCCE DA SCAVO - CASI PARTICOLARI
(Linee Guida - punto 8)
DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DELL'ATTO DI NOTORIETÀ
(art. 117 D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445)

Il sottoscritto ……………………………………………. qualifica professionale ………………

iscritto all’Albo ……………………………………………………………….. con il n. ………….

nato il ……………………….. a …………………………. Prov. (……) CAP …………………..

residente a ……………………………………….………. Prov. (……) CAP …………………..

via e nr. civico ………………………………………………………………………………………

in relazione all'opera / intervento (denominazione) ……………………………………………

………………………………………………………………………………………………………..

situato nel Comune di …………………….………………….. in località ………………………

via …………………………………………… n. …….. in qualità di (progettista/direttore lavori/altro)

consapevole/i delle sanzioni penali nel caso di dichiarazioni non veritiere, di formazione o uso di atti falsi, richiamate dall'articolo 76 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445

DICHIARA

che gli scavi interessano suolo non contaminato allo stato naturale escavato nel corso dell'attività di costruzione per un volume totale non superiore a 200 m³ per l'intero intervento

che gli scavi interessano suolo non contaminato allo stato naturale escavato nel corso dell'attività di costruzione di un intervento di piccole dimensioni, cioè di un cantiere finalizzato alla realizzazione di opere edili o alla manutenzione di reti o infrastrutture la cui produzione di terre e rocce da scavo non supera i 6000 m³ per l'intero intervento.

che gli scavi riguardano suolo non contaminato allo stato naturale escavato nel corso dell’attività di costruzione in aree caratterizzate dalla presenza di fenomeni di origine naturale, che sarà utilizzato solo in aree con fondi naturali analoghi o in aree con destinazione d'uso compatibile con i valori di fondo naturale riconosciuti nel sito di origine

che gli scavi riguardano movimentazioni e prelievi di terre e rocce connessi con l'esecuzione di opere ed interventi di sistemazione idraulica e forestale realizzati da soggetto attuatore pubblico

che gli scavi riguardano suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso dell'attività di costruzione, che sarà utilizzato allo stato naturale a fini e nel corso della medesima attività di costruzione nello stesso sito in cui e stato scavato

DICHIARA INOLTRE

che gli scavi non interessano aree comprese all'interno di siti contaminati inseriti nella relativa anagrafe regionale ancorché già sottoposti ad interventi di bonifica ai sensi del titolo V della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, né all'interno di siti potenzialmente contaminati o interessati dalle procedure di bonifica

che gli scavi non interessano aree di potenziale contaminazione ambientale ai sensi del punto 10 delle linee guida in quanto caratterizzate da almeno una delle seguenti condizioni:

- aree che sono già state oggetto della localizzazione e presenza di impianti ricadenti:

- nell'allegato A del D.M. 16/05/89 - Criteri e linee guida per la redazione del Piani Regionali di Bonifica (* vedi elenco in calce);

- nella disciplina del 334/1999 "Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose" e s.m.i.;

- nella disciplina della Autorizzazione Integrata Ambientale di cui alla direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento;

- nella disciplina della gestione dei rifiuti: impianti di gestione del rifiuti eserciti in regime di autorizzazione o di comunicazione (procedure semplificate di recupero);

- aree nelle quali sono o sono stati in passato localizzati impianti con apparecchiature contenenti PCB di cui al D.Lgs 209/99 e s.m.i., fino a distanza di 10 metri lineari dal contorni dello scavo;

- aree con presenza al momento dello scavo o pregressa, di serbatoi o cisterne interrate, sia dismesse che rimosse che in uso, contenenti, nel passato o al momento dello scavo, idrocarburi o sostanze etichettate pericolose ai sensi della direttiva 67/548/CE e successive modificazioni ed integrazioni, entro una distanza massima di m 20 dai contorni dello scavo;

- aree interessate da scarichi di acque reflue industriali all’interno o ad una distanza massima di m 50 dai contorni dello scavo;

- aree ricomprese nella fascia limitrofa a strade di grande comunicazione, entro i 20 m dal piede del rilevato stradale;

- aree che sono state interessate da eventi, anche accidentali, di potenziale contaminazione ambientale.

DICHIARA ALTRESÌ

- che, sulla base degli studi geologici e stratigrafici, dell'analisi storica delle attività umane svolte nel sito, della verifica delle fonti di pressione ambientale, ivi compresa la valutazione di eventuali condizioni particolari, non rileva l'esigenza di attivare specifica indagine ambientale.


Allegati:

Relazione geologica di progetto

Certificati delle analisi effettuate sui campioni (facoltative)


Data ………………... Timbro e firma …………………………….


Ai sensi dell’articolo 38 del D.P.R. n. 445 del 28 dicembre 2000, la presente dichiarazione è stata:

sottoscritta, previa identificazione del richiedente, in presenza del dipendente addetto …………………………………………………….; (indicare in stampatello il nome del dipendente)

sottoscritta e presentata unitamente a copia fotostatica non autenticata di un documento di identità del/dei sottoscrittore/i.



(*) Ai sensi dell’allegato A del D.M. 16/05/1989 sono definibili come aree potenzialmente contaminate da sversamento diretto, da deposito non autorizzato o da ricadute di sostanze pericolose, solide, liquide, aeriformi a causa del contatto accidentale o contaminativo, con le seguenti attività e sostanze:

Cicli di produzione di rifiuti potenzialmente tossici e nocivi:

1. Rifiuti provenienti da processi di produzione di:

1.1. Biocidi e sostanze fitofarmaceutiche;

1.2. Policlorobifenili, policlorotrifenili, policloronaftaleni;

1.3. Policlorofenoli;

1.4. Idrocarburi clorurati;

1.5. Composti farmaceutici;

1.6. Betanaftolo;

1.7. Benzidina;

1.8. Smaltatura di piastrelle o ceramiche con smalti piombici.

2. Rifiuti e fanghi di processo e non provenienti da:

2.1. Bagni galvanici contenenti cromo esavalente e cianuri;

2.2. Tempra a caldo dei metalli;

2.3. Trattamento del legno con creosoto e pentaclorofenolo;

2.4. Indurimento di superfici metalliche mediante bagni al cianuro;

2.5. Dismissione di reti di adduzione e stoccaggio di idrocarburi

2.6. Operazioni di sgrassaggio di superfici metalliche mediante solventi clorurati;

2.7. Trattamento di depurazione di aeriformi da attività produttive e di servizi;

2.8. Cabine di verniciatura di superfici metalliche e lignee;

2.9. Operazioni di prelievo (dragaggio, perforazioni, etc.) effettuate in mare, sui fiumi, laghi o sulle acque pubbliche e private in genere.

3. Residui e code di distillazione da produzione ed utilizzazione di:

3.1. Acrilonitrile;

3.2. Anilina;

3.3. Clorobenzene;

3.4. Cloruro di benzile;

3.5. Cloruro di etile;

3.6. Cloruro di vinile;

3.7. Dicloroetilene;

3.8. Epicloridrina;

3.9. Fenolo-acetone da cumene;

3.10. Nitrobenzene da nitrazione del benzene;

3.11. Tetraclorobenzene;

3.12. Tetraclorometano;

3.13. Toluene di isocianato;

3.14. 1,1,1-Tricloroetano;

3.15. Tricloroetilene e percloroetilene.

4. Soluzioni esauste provenienti da:

4.1. Lavaggio e strippaggio nei processi galvanici in cui sono impiegati i cianuri;

4.2. Bagni galvanici;

4.3. Bagni salini contenenti cianuri impiegati nei trattamenti a caldo dei metalli;

4.4. Bagni esausti di sviluppo di pellicole e lastre fotografiche e radiografiche;

4.5. Residui di processi pirolitici;

4.6. Residui derivanti dalla produzione, preparazione e utilizzazione di inchiostri, coloranti, pigmenti, pitture, lacche e vernici;

4.7. Residui di produzione, preparazione e utilizzazione di resine, lattice, plastificanti, colle e adesivi;

4.8. Lavaggi contenenti idrocarburi, olii, morchie e simili provenienti da natanti adibiti a trasporto marittimo commerciale o da serbatoi di prodotti petroliferi.

5. Solventi esausti di seguito elencati e relativi residui provenienti dalla loro distillazione nelle fasi di recupero:

5.1. Clorobenzene;

5.2. Cloruro di metilene;

5.3. o-Diclorobenzene;

5.4. Piridina;

5.5. Solfuro di carbonio;

5.6. Tetracloroetilene;

5.7. Tetraclorometano;

5.8. Toluene;

5.9. 1,1,1-Tricloroetano;

5.10. Tricloroetilene;

5.11. Triclorofluorometano;

5.12. 1,1,2-Tricloro 1,2,2-Trifluoroetano.

6. Residui catramosi e bituminosi derivanti da operazioni di trattamento e stoccaggio del carbone, del petrolio e dei prodotti petroliferi.

7. Sostanze chimiche di laboratorio non identificabili.

8. Sostanze acide e/o basiche impiegate nei trattamenti di superficie dei metalli.

9. Farmaci, biocidi, sostanze fitofarmaceutiche ed altre sostanze chimiche, fuori specifica.

10. Olii contenenti bifenili e trifenili policlorurati.

11. Fanghi derivanti dalla depurazione delle acque reflue dei processi, dei trattamenti e delle operazioni compresi nella presente tabella.

12. Materiale di pulizia e perdite derivanti dalla produzione di stirene e contaminati da stirene monomero.

A scopo del tutto esemplificativo, debbono considerarsi oggetto di rilevazione:

aree interessate da attività minerarie, in corso o dismesse;

aree interessate da attività industriali dismesse;

aree interessate da rilasci incidentali, o dolosi, di sostanze pericolose;

aree interessate da discariche non autorizzate;

aree interessate da operazioni di adduzione e stoccaggio di idrocarburi, così come da gassificazione di combustibili solidi;

aree, anche a destinazione agricola, interessate da spandimento non autorizzato di fanghi e residui speciali o tossici e nocivi.